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Per gli esperti il freddo di questi giorni non è una eccezionalità né per Modena e neppure per Reggio

Proprio oggi, 32 anni fa, l’11 gennaio 1985, il termometro presso della stazione dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” – DIEF di Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, che si trova sul torrione orientale del Palazzo ducale di Modena scendeva a -15.5°C. “Quel valore, consegnatoci dagli annali dell’Osservatorio che risalgono fino a 187 anni fa, – ricorda il meteorologo Luca Lombroso di Unimore – resta a tutt’oggi il record assoluto di freddo per la città della Ghirlandina. Nelle stessa giornata nelle campagne modenesi il termometro scese a valori veramente polari, con -28°C a Carpi mentre a Reggio Emilia la stazione dell’ex servizio idrografico segnò un valore di -20°C. Nulla a che vedere dunque col freddo, certo intenso ma altrettanto certamente non da record, di questi giorni”.

Al momento il giorno più rigido dell’ondata di freddo tutt’ora in corso risulta, per la stazione di Piazza Roma a Modena, il 7 gennaio con -4.2°C di temperatura minima. Al Campus di Ingegneria sempre di Modena nello stesso giorno la “colonnina di mercurio virtuale” (oggi infatti si usano sensori elettronici e non più i termometri a mercurio) è scesa a -8.9°C. Identico il valore registrato al Campus universitario San Lazzaro di Reggio Emilia, mentre a Migliarina di Carpi si è arrivati a toccare -9.2°C.

Fa senz’altro freddo, con valori – spiega Luca Lombrosodi circa 4°C inferiori alla norma in città. Siamo, però, ben lontano dal record storico del 1985. Del resto non occorre andare molto indietro negli annali e archivi meteo per trovare ondate di gelo più intense di questa nella nostra zona e generalmente per l’Emilia Romagna”.

L’ultimo episodio fu durante il “nevone” del febbraio 2012, col termometro sceso a -7°C in Piazza Roma a Modena, -13.6°C a Modena Campus DIEF, -9.3°C a Reggio Emilia (fonte stazione urbana ARPAE ER). Altri episodi di freddo intenso li troviamo anche a dicembre 2010 (-5.1°C in Piazza Roma a Modena, -11.1°C a Modena Campus DIEF). “Episodi di gelo intenso in gennaio – commentano dall’Osservatorio Geofisico di Unimore – li ritroviamo anche nel 2006 (-4.1°C in Piazza Roma a Modena e nel 2002 con -6,4°C”.

Per l’esperto Luca LombrosoNulla di straordinario. Solamente un periodo di freddo inteso, certo anomalo, ma ben distante dai record non solo storici ma anche recenti e che rientra nel quadro di quel che ci si attende nelle irruzioni di freddo invernale. Semmai possiamo riscontrare un’opposta anomalia, la mancanza di freddo intenso, negli ultimi anni, nel mese di gennaio. Inoltre quello che oggi è diventato l’eccezione, periodi freddi intensi e prolungati, era la norma praticamente tutti gli inverni fino agli anni 1970, e in parte anche durante gli anni 1980. L’altra, vera anomalia della situazione fredda in corso, e in genere dell’inverno 2016/17, è la scarsità di precipitazioni. Sostanzialmente assenti le nevicate, a parte gli sporadici fiocchi di martedì 10 gennaio, che non hanno lasciato traccia al suolo e non verranno quindi nemmeno ricordati negli annali meteo”.

L’ultima, e praticamente unica, precipitazione durante l’inverno risale al 20 dicembre, 12.5 mm di pioggia misurata presso la stazione storica di Piazza Roma a Modena e 18 mm complessivi nel mese. Situazione sostanzialmente simile a Reggio Emilia con 14.5 mm di pioggia nello stesso giorno e 19.3 mm nel mese di dicembre. Pluviometri completamente inattivi nel corso di questo primo scorcio di gennaio.

Previsioni. Gli esperti dell’Osservatorio di Unimore si attendono una perturbazione piuttosto veloce, ma dinamica, in transito nel pomeriggio di venerdì 13 gennaio che potrebbe portare qualche bianca sorpresa. Più probabile però nel modenese e ancor più verso Bologna e la Romagna, mentre Reggio Emilia si trova “border line” e potrebbe essere saltata o quasi da questa imbiancata. Sarà una perturbazione caratterizzata anche da vento prima e dopo i corpi nuvolosi, seguita da un nuovo afflusso di aria gelida dalla Siberia, in quanto si rafforzerà un anticiclone sulla Scandinavia e l’aria artica andrà ad alimentare un vasto “ciclone mediterraneo”.

Al momento però la sua collocazione esatta che condizionerà le eventuali nevicate nelle nostre zone – precisa Luca Lombrosoè incerta. Sembra si vada formando troppo a sud, lo scenario più probabile è di un periodo “variabile nevoso e molto freddo”.
















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