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Il professor Enrico Morini domani alla Fondazione San Carlo

Venerdì 13 gennaio, alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5 ), riprendono, dopo la pausa natalizia, le lezioni del ciclo dedicato al tema Città sante, ideato dal Centro Studi Religiosi. Enrico Morini presenta la conferenza dal titolo Costantinopoli. Chiesa e Impero nel cristianesimo ortodosso.

Morini è professore di Storia e istituzioni della Chiesa ortodossa presso l’Università di Bologna, membro del comitato scientifico di «Bizantinistica. Rivista di studi bizantini e slavi» e socio dell’Associazione per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia. Ha dedicato le sue ricerche al cristianesimo ortodosso, approfondendo sia gli aspetti ecclesiastico-istituzionali – che hanno condotto all’attuale struttura in patriarcati e chiese autonome – sia il ruolo svolto dalle tradizioni monastiche fino al periodo medio-bizantino. Ha inoltre studiato la possibilità di un reciproco riconoscimento, da parte delle Chiese orientale e occidentale, della rispettiva ecclesialità. Tra le sue pubblicazioni: La Chiesa ortodossa. Storia, disciplina, culto (Bologna 1996); Gli ortodossi (Bologna 2002); Il Papa di Roma Patriarca dell’occidente (Gorizia 2009); Nel cuore segreto della terra (Roma 2013); È vicina l’unità tra cattolici e ortodossi? (Magnano 2016).

La costruzione teologico-politica della sovranità imperiale romano-cristiana, andata in frantumi dopo una lunga agonia il 29 maggio 1453, è rimasta frammentata nel sentire più comune e diffuso, negli ideali di vita coltivati nel mondo ortodosso. Ora, tra i punti qualificanti di quest’ideologia imperiale, c’è proprio il presupposto della perfetta coincidenza nello spazio e nel tempo, tra Chiesa e impero.

Quando ci si accorse che la caduta dell’impero non aveva comportato la fine del mondo, cominciò a farsi strada nella coscienza ortodossa la convinzione che l’impero era finito soltanto storicamente, ma non teologicamente, era semplicemente vacante. Questo convincimento si manifestò soprattutto nell’Ortodossia greca: la dignità imperiale, venuta meno per circostanze storiche, è stata surrogata dalla Chiesa stessa. Per queste prerogative civili – esercitate anche nei confronti degli altri tre patriarchi orientali, divenuti essi pure sudditi del sultano – il primate di Costantinopoli assunse insegne proprie della simbolica del potere imperiale.

Un secondo punto qualificante l’ideologia imperiale romano-cristiana, dopo la coincidenza nello spazio e nel tempo di Chiesa e impero, è rappresentato dalla sacralità di questa monarchia universale. Al culmine di un’elaborazione dottrinale, l’unico imperatore romano cristiano assume, la duplice prerogativa d’immagine vivente di Dio Padre monarca universale e di vicario terreno del Figlio di Dio, al quale il Padre ha delegato la sua sovranità. La dualità insita nell’essere dell’imperatore a un tempo uomo, ma non essere divino, – spiega Morini – ci porta a un’altra dualità propria del sentire ideologico-politico che l’Ortodossia ha ereditato da Bisanzio, quella relativa alle due sfere, religiosa e civile, nelle quali si articola l’unico e indiviso potere di matrice divina. Si tratta di un terzo punto qualificante l’ideologia imperiale romano-cristiana, che presuppone l’unità e indivisibilità della nozione di “potere” nella società cristiana. In esso Stato e Chiesa non sono due distinte istituzioni, ma semplicemente i due diversi ordini giuridici nei quali si esprime la nozione d’impero universale, non diversamente da come, in questa società cristiana, cura delle anime e governo dei corpi non sono espressione di due distinti poteri, bensì due aspetti della dinamica salvifica del regno di Dio. Questi due ordini giuridici vengono espressi nei due distinti ambiti di competenza della regalità e del sacerdozio, impersonati rispettivamente dall’imperatore e dai patriarchi e devono rimanere distinti, senza sovrapposizione di ambiti di competenza – pena il collasso di tale sistema ideologico-politico -, ma sono intrinsecamente necessitati a muoversi in sintonia o consonanza. Si capisce allora come non abbia alcun senso analizzare le tensioni interne a questo tipo di società con i criteri metodologici relativi allo studio delle relazioni Stato-Chiesa: in questa civilizzazione il problema dei rapporti Stato-Chiesa semplicemente non si pone.

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30.

La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente.

A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.
















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