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Il Modello Reggio Emilia di Innovazione sociale scelto dall’Anci

Il Modello Reggio Emilia di Innovazione sociale fa scuola in Italia, attrae l’interesse di studiosi internazionali e sindaci italiani. Lo testimoniano l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), che ha scelto Reggio Emilia quale sede dell’incontro della Community sulle politiche urbane innovative, a cui aderisce una cinquantina di città della Penisola, e la partecipazione alla due giorni (14-15 marzo 2017) Innovazione sociale, beni comuni e modelli di collaborazione – Le città e lo sviluppo delle comunità locali al Centro internazionale Loris Malaguzzi di figure quali Sheila Foster docente di diritto ed economia dei Beni comuni alla Fordham University di New York, Maria Ludovica Agrò direttore dell’Agenzia per la coesione territoriale del governo italiano, Christian Iaione docente di Governance dei Beni comuni alla Luiss Guido Carli di Roma, Susanna Mantovani direttore del dipartimento di Pedagogia dell’Università di Milano-Bicocca, Gianni Dominici direttore generale di ForumPa.

Due giorni di analisi, valutazioni e confronto su Innovazione sociale e Agenda urbana nazionale, collaborazione civica e sviluppo territoriale, laboratori urbani con il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, i sindaci e gli amministratori pubblici delle città di Brescia, Bergamo, Mantova, Siracusa, Rimini, Modena, Ferrara, Cesena, l’assessore ad Agenda digitale, Partecipazione e Cura dei quartieri Valeria Montanari e l’assessore regionale ad Attività produttive, piano energetico ed economia verde Palma Costi.  Sono previsti focus sull’esperienza Por-Fesr dell’Emilia-Romagna (interverrà su questo tema il responsabile regionale Daniela Ferrara) e su Reggio Emilia per quanto riguarda l’esperienza partecipativa e di co-progettazione di Collaboratorio Reggio per la realizzazione del Laboratorio Aperto ai Chiostri di San Pietro, con i contributi del direttore dell’area Innovazione e Competitività del Comune di Reggio Emilia Massimo Magnani, della dirigente del servizio Politiche per il protagonismo responsabile e la Città intelligente del Comune di Reggio Emilia, Nicoletta Levi e di Fabrizio Montanari docente di Organizzazione della cultura e della creatività all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

Il convegno Innovazione sociale, beni comuni e modelli di collaborazione, gli esiti del Collaboratorio Reggio e il progetto di riqualificazione dei Chiostri di San Pietro sono stati presentati questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte l’assessore ad Agenda digitale, Partecipazione e Cura dei quartieri del Comune di Reggio Emilia Valeria Montanari e il direttore dell’area Innovazione e Competitività Massimo Magnani.

“Reggio Emilia si conferma punto di riferimento dell’innovazione sociale, della governance dei beni comuni e della coesione territoriale, al punto che Anci ha scelto la nostra città quale luogo di incontro della Community fra le città italiane su questi temi e ciò non può che onorarci – ha detto l’assessore Valeria Montanari – La due giorni del 14-15 marzo è occasione per far emergere e approfondire le buone idee e buone prassi delle città, in vista di un piano di proposte da proporre al Governo. Per noi sarà fra l’altro l’opportunità di presentare l’esperienza del Collaboratorio Reggio, il percorso collaborativo e di co-progettazione iniziato a metà settembre per creare proposte di prototipazione di Laboratorio Aperto ai Chiostri di San Pietro. Si tratta di contenuti utili anche alla prossima stesura del Bando per l’individuazione del soggetto gestore del Laboratorio Aperto. È la prima volta che l’Amministrazione progetta con la città linee generali di intervento da inserire in un bando pubblico: collaborare insieme per immaginarle e poi delinearle al meglio è stato uno sforzo importante, che ha coinvolto tantissimi cittadini”.

“L’azione sui Chiostri di San Pietro, che avviene con un investimento complessivo di oltre 4 milioni di euro – ha detto l’architetto Massimo Magnani, presentando gli interventi – si svilupperà in tre ambiti: la riqualificazione urbana, progetto culturale e marketing del territorio con riferimento alla promozione del bene culturale stesso, innovazione sociale ed economica. L’ampia area cortiliva adiacente agli edifici monumentali, oggi precluso alla città, sarà aperta e avrà funzioni di nuova piazza, attraversabile e vivibile ogni giorno, animata fra l’altro dallo spazio destinato a caffetteria, oltre che dalle attività del Laboratorio Aperto e da quelle specificamente culturali che connotano ormai da anni i Chiostri di San Pietro. Il Laboratorio Aperto avrà sede principalmente in un nuovo edificio realizzato al posto dei bassi servizi oggi presenti su un lato dell’area cortiliva e, riguardo all’attività, si configura come una start-up finanziata all’80% nella fase di avvio”.

L’avvio dei lavori, una volta appaltati, è previsto tra fine 2017 e inizi 2018.

 

COLLABORATORIO REGGIO – Il Collaboratorio Reggio, oggetto del fucus sull’esperienza reggiana di Innovazione sociale del 14-15 marzo prossimi, è stato dal settembre al dicembre 2016 un cantiere di ascolto e co-progettazione per la costruzione del Laboratorio Aperto che nascerà ai Chiostri di San Pietro.

Il Collaboratorio ha coinvolto circa 650 persone – attori territoriali rappresentanti di  mondo pubblico-istituzionale, impresa, ricerca-cognitivo, sociale-terzo settore, comunità informali – in un percorso volto a far emergere e intercettare bisogni e strategie e per prefigurare il modello del futuro Laboratorio Aperto, in termini di contenuti, gestione e funzionalità, sperimentazione e prototipazione, con particolare riferimento ai temi dell’innovazione sociale, economia collaborativa e beni comuni.

Il Laboratorio Aperto di Reggio Emilia è il primo Collaboratorio, un luogo dove la condivisione, il mescolare idee, schemi e modelli per generare nuove imprese, nuove tecnologie e nuove istituzioni sono la forza motrice di un acceleratore di economia della condivisione e della collaborazione.

 

COSA SI FARÀ NEL LABORATORIO APERTO – Il Laboratorio Aperto rappresenterà lo strumento chiave per lo sviluppo e la diffusione del modello reggiano di Innovazione sociale. Il Laboratorio Aperto sarà un luogo dove si sperimenteranno metodi e strumenti inclusivi e partecipati per produrre soluzioni innovative ai bisogni individuali e collettivi attraverso nuove forme di economia collaborativa. Inoltre si concentrerà sui cosiddetti Beni comuni, intesi come risorse condivise, materiali e immateriali, che possono essere funzionali a generare economia e innovazione attraverso forme di gestione condivisa e democratica. Infine utilizzerà modalità di lavoro incentrate su un approccio aperto in grado di generare forme di co-progettazione, ingaggiare la cittadinanza attiva e fare crescere e promuovere i talenti.

L’ambito tematico prevalente del Laboratorio Aperto di Reggio Emilia sarà incentrato sull’Innovazione sociale, intesa come politica pubblica rivolta alla costruzione di processi innovativi, nuove forme organizzative, imprenditoriali e di amministrazione, e costruzione di reti relazionali in grado di rispondere ai bisogni sociali e di produrre valore a partire dai Beni comuni e dalle opportunità generate dal territorio. Particolare rilevanza avrà il campo dei servizi alla persona (welfare, cultura, educazione).

Il Collaboratorio ha delineato quattro prototipi (possibili ambiti tematici) di Laboratorio Aperto:

  • i Chiostri del Sapere
  • la Cooperativa di comunità
  • il Laboratorio urbano Dati
  • la Scuola urbana aperta

 

I Chiostri del Sapere

Ci si è proposti di costruire un’impresa culturale e creativa di comunità, che potrebbe offrire spunti per disegnare la fisionomia e la governance del futuro gestore dei Chiostri.

Le sfide: accesso alla cultura e creazione di posti di lavoro per le nuove generazioni; networking tra professionisti; incontro tra domanda e offerta; attrazione di investimenti; coordinamento.

L’idea è che i Chiostri del Sapere siano uno spazio di produzione e formazione professionale che faccia leva su incroci fra tecnologia, scienza, cultura, creatività in grado di fare accompagnamento nel mondo del lavoro per i giovani che vogliono lavorare in questi comparti e favorire networking e scambi professionali tra freelance creativi e tra questi e persone con fragilità (economiche, sociali, personali).

 

Il cooperativismo di comunità

Ci si è proposti di generare un soggetto imprenditoriale che si strutturi sul cooperativismo di comunità (coop di comunità, impresa ibrida, impresa di comunità) come possibile strumento per dare vita a un partenariato pubblico-privato-comunità che, facendo uso delle nuove tecnologie, generi innovazione sociale e quindi una nuova forma di welfare di comunità in ambito urbano.

Le sfide possibili, ad esempio: un modello adattabile a bisogni civici di quartiere, lo scambio di risorse, il welfare di vicinato, la mediazione sociale, il coordinamento dei servizi, un caffè di comunità, un luogo di aggregazione dei bisogni, “hub dei bisogni” confacilitazione che metta in relazione le persone con bisogni con quelle che hanno capacità e risposte.

L’idea è creare attraverso il laboratorio aperto urbano uno spazio che sia intreccio-coordinamento-vetrina di organizzazioni (pubbliche, private e del terzo settore, scuole, persone e associazioni) già attive sul territorio di riferimento. Un luogo di incontro informale che faciliti l’inclusione e l’accessibilità di tutti e possa essere anche luogo per la gemmazione di nuovi spazi, servizi, imprese di comunità (mobilità, servizi di condominio, mediazione sociale, “soluzionario” per affrontare i problemi della vita quotidiana) a pagamento o accessibili per i meno abbienti.

 

Il Laboratorio urbano Dati

Il punto di partenza è creare un osservatorio sulla misurazione degli impatti ambientali, sociali, economici, culturali e democratici/istituzionali nel monitoraggio dell’evoluzione dei bisogni e delle risposte delle persone e della comunità.

Le sfide: essere punto di riferimento locale per raccolta ed elaborazione dei dati sugli impatti, al fine di rielaborare le politiche pubbliche locali; essere guida e supporto nell’erogazione efficace di contributi, investimenti territoriali, politiche di responsabilità sociale di territorio delle imprese; divenire osservatorio dati aperti e aggiornamento dati.

La mission: essere punto di riferimento in città sui dati che riguardano la città, e punto di riferimento nazionale sulla misurazione d’impatto.

Il target: imprenditori, policy makers, cittadini, grandi produttori e gestori di dati.

 

La Scuola urbana aperta

Ci si è proposti di creare un Laboratorio di pedagogia urbana, ossia l’estensione del “Reggio Approach” alla città, per diffondere una cultura della collaborazione, della creatività e del cooperativismo a livello urbano, responsabilizzare le persone nei comportamenti quotidiani e nel modo di stare nella città, realizzando, attraverso sperimentazioni educative, lo scambio di competenze come base per l’animazione del laboratorio e suo obiettivo costante.

 

RIQUALIFICAZIONE DEGLI IMMOBILI: LA SEDE DEL LABORATORIO APERTO – Il Laboratorio Aperto avrà a disposizione spazi dedicati – strutturati, allestiti e gestiti ad hoc con assegnazione ad evidenza pubblica (Bando) – personalizzati, multidisciplinari, flessibili, modulari per conformarsi alle progressive esigenze o alle diverse attività che vi si svolgeranno, vissuti durante tutto l’arco della giornata. Tali spazi saranno realizzati nell’area cortiliva adiacente ai Chiostri di San Pietro.

Il progetto riguarda la ristrutturazione dell’edificio di servizio ex stalla, la demolizione dei corpi di fabbrica di minore pregio e la costruzione di un nuovo edificio.

A seguito della demolizione dei fabbricati di minore pregio, è prevista la realizzazione di un edificio ex novo che ospiterà il Laboratorio Aperto e una caffetteria.

In dettaglio si prevede di collocare negli spazi degli edifici di servizio e del nuovo corpo di fabbrica:

  • uno spazio co-working e di lavoro collaborativo al piano terra del nuovo corpo di fabbrica;
  • uno spazio per momenti di aggregazione/assembleari (con capienza minima di 50 persone) al piano terra del nuovo corpo di fabbrica;
  • tre spazi LAbsSPACE (da dedicare alla sperimentazione di tecnologie e software, dotati di tavoli per il lavoro collaborativo e di strumentazione per la presentazione di informazioni) al piano terra del nuovo corpo di fabbrica;
  • la caffetteria al piano terra del nuovo corpo di fabbrica;
  • tre spazi per riunioni e meeting (con capienza minima 10 persone) al piano terra del fabbricato ristrutturato;
  • uffici, al piano primo del fabbricato ristrutturato;
  • locali tecnici e di servizio, servizi igienici.

 

Gli spazi di pertinenza del Laboratorio saranno collocati sia all’interno del nuovo corpo di fabbrica e dell’ex stalla ristrutturati, sia all’interno del complesso monumentale, dove verranno individuati al piano rialzato locali in co-gestione con l’Amministrazione per la promozione di eventi ed attività culturali, anche non direttamente correlate alle attività del Laboratorio Aperto, allo scopo di garantire attrattività e continuità d’uso del bene culturale nell’arco di tutto l’anno.

 

RIQUALIFICAZIONE DEGLI IMMOBILI: IL COMPLESSO MONUMENTALE – Il complesso dell’ex monastero benedettino dei Santi Pietro e Prospero, denominato Chiostri di San Pietro, costituisce uno dei più pregevoli monumenti di Reggio Emilia, da tempo nella disponibilità del patrimonio comunale.

Attualmente il complesso ospita eventi – Fotografia Europea, il cartellone estivo di Aterballetto, concerti, spettacoli teatrali, mostre – ad ampio richiamo di pubblico, configurandosi come un palcoscenico di arte, cultura, innovazione, socialità di rilevanza internazionale. Il complesso rappresenta già ad oggi un attrattore ad altissimo potenziale e con considerevoli margini di sviluppo, grazie all’ampia dotazione degli spazi e alla posizione nodale nel centro storico di Reggio Emilia, all’interno della rete degli “attrattori” culturali (Palazzo dei Musei, Spazio Gerra, Chiostri di San Domenico, Palazzo Magnani, Palazzo da Mosto). Il suo potenziale è in realtà insito non solo nella sua natura di luogo di arte e cultura, ma anche nella sua vocazione di naturale polarità per attivare un nuovo dinamismo nel centro storico, grazie alla possibilità di insediamento di nuove attività di interesse sociale ed economico/imprenditoriale, il Laboratorio Aperto, che potenzieranno l’attrattività di questa parte di città anche al di là della sua attuale e più consolidata vocazione commerciale e culturale.

Nel progetto di riqualificazione, il piano rialzato dei Chiostri di San Pietro ospita, oltre alla biglietteria, al bookshop, alla guardiania correlati alle attività temporanee, anche spazi che potranno essere utilizzati per attività del Laboratorio Aperto (sala per almeno 50 posti e servizi adiacenti) anche in sinergia con l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

Al piano interrato, l’area interessata dall’intervento è destinata ad ospitare il blocco dei servizi igienici e degli spogliatoi (funzionali questi ultimi agli eventi temporanei).

L’accesso avviene attraverso un nuovo ascensore e da un accesso a livello del cortile.

 

Il progetto relativo ai Chiostri di San Pietro riguarda dunque tre dimensioni:

 

  • una dimensione di rigenerazione urbana, legata alla riqualificazione complessiva del bene. Il restauro architettonico del primo piano, la sistemazione dell’area cortiliva, l’abbattimento degli edifici abbandonati (bassi servizi) esterni al complesso monumentale, con la realizzazione di un nuovo edificio, che sarà sede del Laboratorio Aperto e la realizzazione di una continuità spaziale e funzionale aperta fra via Campo Samarotto e via Emilia San Pietro: un intervento che renderà accessibile l’intero complesso per tutto l’anno, un’indiscutibile vantaggio per Reggio Emilia, un’occasione per potenziare l’offerta culturale della città, la relazione sociale e la fruibilità del bene;
  •  una dimensione di progetto culturale e di marketing del territorio. Già oggi i Chiostri di San Pietro, con Fotografia Europea e le altre iniziative che vi si svolgono, rappresentano un polo di rilevante attrattività, di diffusione culturale e ludica. La scelta è di confermare e potenziare questa vocazione;
  •  una dimensione legata all’innovazione economica e sociale. Grazie all’abbattimento dei bassi servizi e alla costruzione di un nuovo edificio, verrà realizzato il Laboratorio Aperto che, secondo le indicazioni del Programma regionale Por-Fesr, dovrà costituire il centro propulsore del progetto di innovazione vera e propria.

 

RISORSE – Per la creazione e l’attivazione del Laboratorio Aperto e per le azioni di riqualificazione sono stanziate le seguenti risorse:

  • Recupero bene architettonico, attraverso il Programma di finanziamento regionale Por-Fesr (asse 6 “Città attrattive e partecipate”): 2.700.000 di euro, di cui 1.750.000 di euro a carico della Regione Emilia-Romagna e 950.000 euro a carico del Comune
  • Laboratorio Aperto, attraverso il lo stesso Programma di finanziamento regionale Por-Fesr (asse 6 “Città attrattive e partecipate”): 1.250.000 di euro (di cui l’80% a carico della Regione Emilia-Romagna e il 20% a carico del Comune).

E’ prevista inoltre l’erogazione di “aiuti all’avviamento” per la gestione del Laboratorio Aperto (sulla base del Regolamento Ue 651 del 2014), rivolti alla piccole e medie imprese e a imprese innovative pari all’importo massimo erogabile di 800.000 euro.
















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