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‘ModenaDanza’ domani al Teatro Comunale Luciano Pavarotti

Sarà con Aterballetto il prossimo appuntamento di ModenaDanza al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena in cartellone mercoledì 29 marzo 2017 alle ore 21.

In scena tre coreografie contemporanee: Words and Space, di Jiří Pokorny su brani musicali del repertorio barocco, 14′ 20”, estratto dall’opera 27′ 52″ del celebre Jiri Kylian su musica di Dirk Haubrich, e L’eco dell’acqua di Philippe Kratz (foto) su brani di Federico Albanese, Jonny Greenwood, Howling, Arvo Pärt, Sufjan Stevens e The Haxan Cloak.

Prosegue con questo spettacolo il cammino che la compagnia diretta da Cristina Bozzolini ha intrapreso le scorse stagioni, invitando coreografi giovani e affermati a realizzare nuove creazioni e spettacoli di respiro internazionale in ambito classico contemporaneo. I brani in programma a Modena sono reduci da recentissimi debutti al Teatro Valli di Reggio Emilia. Words and Space e L’eco dell’acqua commissionate da Aterballetto a giovani autori europei, e 14′ 20″ adattata per l’occasione da Kylian, uno dei maggiori coreografi viventi.

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Jiří Pokorny è nato a Praga nel 1981. Ha iniziato a studiare danza presso l’accademia dell’Opera di Stato all’età di otto anni per poi proseguire la sua formazione al Prague National Dance Conservatory. Dopo il diploma danza nel Teatro Lanterna Magica di Praga; tre anni dopo si unisce al Nederlands Dans Theater. Lavora con coreografi quali Jiří Kylián, Mats Ek, Ohad Naharin, Paul Lightfoot e Sol Leon, Crystal Pite. Dopo l’esperienza al NDT danza nel KiddPivot Frankfurt sotto la direzione della coreografa canadese Crystal Pite, concludendo la sua carriera come danzatore. Si esibisce in vari teatri internazionali (Opera di Parigi, Sadler’s Wells di Londra, Teatro Real di Madrid, Teatro Liceu di Barcellona e Joyce Theatre di New York). Come coreografo inizia a creare suoi brevi lavori allo ‘Switch’, laboratorio coreografico del Nederlands Dans Theater. Collabora con diverse Compagnie in Italia, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca e Stati Uniti. Il suo ultimo lavoro, “Parole e Spazio”, che si vedrà a Modena, è un racconto personale, intimo e poetico, la metafora di un dialogo intrapersonale: il corpo di un individuo all’interno di uno spazio nell’atto di cimentarsi in un dialogo con il proprio io, nello scopo di proiettare l’esperienza assolutamente personale dei danzatori la cui gioia e fatica sembra esistere nel presente di una bellezza pura e di una realtà non violenta.

Nato a Leverkusen, in Germania, nel 1985, dopo le prime esperienze per il progetto di teatro-danza Bühnenkunst, nel 2002 Philippe Kratz ha iniziato a studiare danza classica e contemporanea alla École supérieure de ballet du Québec, Montréal, sotto la direzione di Didier Chirpaz. Da quell’anno prosegue gli studi alla Scuola Statale di Balletto di Berlino. Danza in lavori, fra gli altri, di Robert North e Marguerite Donlon. Dal 2006 al 2008 danza come solista per il Ballett Dortmund sotto la direzione di Xin Pen Wang, interpretando coreografie di Wang, George Balanchine e Mauro Bigonzetti. Nel 2008 entra a far parte di Aterballetto. Per la compagnia crea Lettres d’amour (2012), Spring (2013) e Sentieri (2014). La sua coreografia, composta elaborando il concetto filosofico del destino dell’uomo, è ispirata al “Canto degli spiriti sulle acque” e all’episodio dell’abbattimento di un aereo civile in Ucraina da parte di un missile militare.

Nato a Praga, Kylián ha realizzato oltre cento coreografie rappresentate in tutto il mondo e gran parte messe in scena dal Nederlands Dance Theater, lavori poi entrati nel repertorio delle più grandi compagnie di danza. “Abbiamo creato macchine che misurano il tempo in maniera molto più accurata rispetto a prima – racconta il coreografo a proposito del suo spettacolo -. Questo aspetto è sicuramente molto importante, ma diversi filosofi ci dicono che il ‘tempo’ non esiste. Ci insegnano che il ‘tempo’ è solo un’invenzione degli esseri umani. Tutto ciò è possibile, ma una cosa è certa: il nostro tempo è scandito da due brevissimi momenti, il momento in cui nasciamo e quello in cui moriamo. In effetti è tutto molto semplice, ma anche incredibilmente complicato e, di sicuro, totalmente inspiegabile”.

 

 

 
















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