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Mirandola: l’intervento del sindaco Maino Benatti al convegno sulla scuola

L’intervento integrale di saluto del sindaco di Mirandola Maino Benatti in occasione del convegno nazionale “Fare scuola. Ricostruzione. Innovazione. Comunità” che si svolge a Mirandola il 29 e 30 maggio.

«Egr. Sig. Presidente della Repubblica,
La ringrazio per questa visita, che ci onora, e Le porgo il benvenuto a Mirandola, nella ricorrenza dei cinque anni dal terremoto che ha piegato ma non spezzato le nostre comunità.
Ringrazio della presenza a questa cerimonia di apertura anche tutte le autorità presenti, civili, militari e religiose. Il mio primo pensiero va a chi ha più duramente pagato le conseguenze del sisma, le vittime, e saluto con affetto i loro famigliari. Questa visita testimonia la Sua attenzione nei confronti delle famiglie di questi territori, che hanno molto sofferto, ma che hanno saputo rimboccarsi le maniche, gestire l’emergenza e ripartire da zero, insieme alle istituzioni, regionali e nazionali, e insieme al mondo del volontariato, che in queste terre è così solido e radicato. A nome anche dei colleghi Sindaci, che sono stati in prima linea nella gestione dell’emergenza, ringrazio tutti coloro che in questi anni ci hanno aiutato: gli uomini della Protezione Civile, i volontari, i donatori, le istituzioni. Cinque anni fa la ricostruzione poteva essere un’idea, un progetto, forse un sogno; oggi, grazie alla rete di rapporti, di relazioni e di sostegno, che è stata messa in campo, possiamo dire che quel sogno si è trasformato in realtà.
Signor Presidente, a Mirandola l’85 per cento delle abitazioni ha ottenuto i contributi per la ricostruzione e il rimanente 15 per cento è in corso di approvazione. Le pratiche di ricostruzione delle imprese sono ormai concluse. Ora noi Sindaci abbiamo bisogno di un aiuto per accelerare le pratiche sulla ricostruzione degli edifici pubblici, che rappresentano un patrimonio identitario forte delle nostre comunità. Ma la ricostruzione non è fatta soltanto di pietre. A nutrirla sono anche i valori, di cui questa terra è sempre stata ricca. Signor Presidente, Mirandola è la terra di Giovanni Pico, il filosofo della Dignità dell’uomo, del dialogo e della concordia dei saperi; è la patria di Don Zeno, un uomo che ha fatto dell’accoglienza e della solidarietà una missione; è il luogo nel quale il pedagogista Sergio Neri ha fatto le sue prime esperienze sul tema dell’inclusione. È dall’esempio di queste grandi personalità che siamo ripartiti per riallacciare i fili spezzati della nostra comunità. Oggi siamo qui per parlare di scuola, di ricostruzione e innovazione didattica, di educazione e comunità. Furono le scuole aperte, la cultura, a trasformare la nostra paura in coraggio. Perché l’uomo, come ci hanno insegnato Pico, Don Zeno e Sergio Neri, è cultura, anzi, è un insieme di culture in dialogo tra loro e in continuo interscambio. La scuola è, innanzitutto, luogo dell’integrazione e dell’incontro, luogo dove le diversità non sono un limite ma, anzi, uno stimolo a non lasciare indietro nessuno. Cinque anni fa in queste terre i sentimenti più diffusi erano la paura per quello che ci stava accadendo e il timore di non riuscire a farcela. Poi sono subentrati la speranza e il coraggio. Ricordo ancora le parole commosse del Presidente Giorgio Napolitano, a Mirandola il 7 giugno 2012: «Vi rialzerete. – disse – Non temete. Noi siamo uno Stato, con tutti i suoi difetti, ma siamo una grande nazione che non può venire meno ai suoi doveri quando una sua parte è ferita a morte». Poi aggiunse: «Se occorre, darò la sveglia».
A cinque anni di distanza qui prevalgono l’orgoglio per la strada percorsa e la certezza che insieme possiamo completare il cammino. Un cammino che abbiamo deciso di testimoniare con un Centro di Documentazione che servirà a molteplici scopi:
– garantire la conservazione e valorizzare delle memorie del sisma del 2012
– rafforzare il senso di appartenenza alla comunità e mettere in rete le esperienze
– promuovere la cultura della sicurezza e della responsabilità in caso di calamità naturale
L’esperienza che abbiamo maturato, nostro malgrado, dovrà servire a tutti coloro che affronteranno situazioni simili alla nostra. A guidarci in questo viaggio sono prima di tutto i valori della Costituzione, che in queste terre è stata scritta con il sangue e il sacrificio di tanti; ma sappiamo che al nostro fianco avremo persone che sanno ciò che abbiamo fatto e facciamo, che ci seguono e ci vogliono bene, che ci aiuteranno. Ne abbiamo avuto testimonianza con la visita del Santo Padre, lo scorso 2 aprile, e oggi con la sua presenza qui.

Grazie Presidente».
















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