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Integrazione Policlinico-Baggiovara: sindacati delusi da assessore regionale Venturi

Delusi dall’assessore regionale alla Sanità, che si è impegnato a investire solo su Pavullo. È il commento dei sindacati confederali, che hanno partecipato martedì alla Conferenza territoriale sociale e sanitaria, dedicata alla fusione tra il Policlinico di Modena e l’Ospedale Civile di Baggiovara.

«Siamo sempre stati favorevoli a un’integrazione tra le due aziende sanitarie modenesi – ribadiscono Cgil Modena, Cisl Emilia Centrale e Uil di Modena e Reggio Emilia – Però è necessario investire sulle persone che ci lavorano, perché in sanità il fattore umano è decisivo. La tecnologia è importante, ma lo è ancora di più la professionalità delle donne e uomini che lavorano negli ospedali e dai quali dipende la qualità del servizio erogato ai cittadini».

Per i sindacati il successo della sperimentazione, della durata di tre anni, che dovrà portare alla definitiva integrazione tra Policlinico e Baggiovara richiede una verifica rigorosa sull’adeguatezza degli organici, risorse economiche aggiuntive per rendere omogenee le retribuzioni, piani di formazione per garantire una crescita di competenze e professionalità in tutte le strutture della rete sanitaria, l’integrazione dei percorsi di sanità territoriale con gli ospedali, la valorizzazione delle professionalità mediche e di comparto coinvolte nel processo, la partecipazione del personale dirigente medico e di comparto nei processi di cambiamento organizzativo dei reparti.

«Questa grande innovazione richiede grandi sforzi da parte di tutti. Per questo – spiegano Cgil Modena, Cisl Emilia Centrale e Uil di Modena e Reggio – siamo delusi dalle parole dell’assessore regionale Venturi che, nonostante le numerose sollecitazioni, tra cui le nostre, nella conferenza di martedì a Modena si è impegno soltanto a investire su Pavullo. Si tratta, lo riconosciamo, di un investimento notevole, ma del resto ormai più che necessario. L’assessore nulla ha detto sulle risorse, per noi strutturali, che la Regione dovrebbe destinare a tutti i territori della provincia. Solo così può funzionare un progetto che cambia radicalmente, anche dal punto di vista culturale, la nostra idea di sanità, non più centrata esclusivamente sull’ospedale, bensì su un nuovo modello organizzativo che – concludono i sindacati – mette al centro la promozione del benessere delle persone».

 
















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