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Modena: il Festival della Fiaba cambia location

Ogni due anni la manifestazione – unica nel suo genere sul territorio nazionale per il target di riferimento, che è il pubblico adulto – ha scelto di spostarsi, adattando tutta la drammaturgia delle sue proposte al nuovo luogo che la ospiterà. Dopo la Fattoria Centofiori e Villa Sorra, la prossima location del Festival sarà il Complesso San Paolo e dintorni, nel cuore del centro storico di Modena, con i suoi suggestivi cortili, dove già sabato 21 ottobre a partire dalle ore 18.00 avrà luogo un primo appuntamento, organizzato nell’ambito del “Progetto Briciole” legato alla manifestazione, che è sostenuta e patrocinata dal Comune di Modena e dalla Regione Emilia -Romagna, oltre che dall’Università di Bologna – Dipartimento di Scienze dell’Educazione.

Da ottobre a maggio infatti, nello Spazio San Paolo si svolgeranno una serie di appuntamenti per condurre il pubblico verso la nuova edizione del Festival, che l’anno prossimo nei giorni centrali del mese di giugno indagherà il tema della “Volontà” tramite conferenze, tavole rotonde, concerti, spettacoli di teatro e danza, installazioni, mostre, fiabe in voce semplice, workshop, degustazioni e il giardino delle Botteghe degli Artigiani.La “Briciola” del 21 che, visti i posti limitati, ha la prenotazione obbligatoria chiamando il 340 3191825, sarà una “miniatura” del Festival e proporrà un triplo appuntamento. “Sul limitare di un grande bosco c’era una piccola casa dove abitava un taglialegna con la moglie e i suoi due figli…”: è questo l’incipit della prima fiaba, che verrà narrata in voce semplice per un pubblico adulto a partire dalle ore 18.00, all’ombra del grande leccio nel cortile omonimo. Si tratta di Hansel e Gretel narrata daAnna Tondelli accompagnata dalla luce naturale del tramonto. A seguire, a partire dalle ore 19.00, avrà luogo un aperitivo a cura della cucina del Filatoio – il circolo culturale sede del Festival della Fiaba – con focaccia della casa, taralli e dolcezze accompagnate da vino bianco Trebbiano Frizzante della Cantina Paltrinieri. Perché anche il gusto ha un ruolo chiave all’interno del Festival e ogni “Briciola” prevede sempre un momento conviviale o prima o dopo l’evento performativo, andando a ricreare il foyer del teatro: un momento in cui si può incontrare l’artista per una condivisione interessante per entrambe le parti, in cui si condivide un’esperienza.
Alle ore 20.00 Nicoletta Giberti, direttrice artistica del Festival della Fiaba, proporrà nella sala del pavimento di vetro la fiaba performance Cappuccetto Rosso: una narrazione in voce semplice accompagnata dal contrabbasso di Simone Di Benedetto. A seguire avrà luogo un momento di discussione sulla simbologia del bosco e sulla location della quinta edizione del Festival della Fiaba, perché ogni volta che cambia, anche la drammaturgia di tutto il Festival si modifica. Gli appuntamenti del “Progetto Briciole” – dislocati sul territorio per fornire un “cammino” di eventi per conoscere i contenuti, i luoghi e i protagonisti del Festival – hanno infatti la funzione di “guidare” il pubblico verso le proposte del Festival, che saranno tutte prime nazionali.

Il Festival della Fiaba
Il Festival della Fiaba nasce come progetto di un collettivo che ha scelto di mettere in condivisione la propria professionalità e ricerca al fine di trattare il genere “Fiaba” con uno sguardo ampio, profondo ed eterogeneo, restituendogli tutta la sua primigenia potenza. Lo scopo principale del Festival e del “Progetto Briciole”, è quello di creare momenti di incontro, scambio e ascolto seguendo un filo conduttore che accompagna l’uomo dalla notte dei tempi: la necessità di condividere e confrontarsi con l’altro sui temi cardine dell’esistenza. Le giornate di Festival e le “Briciole” sono appuntamenti che abbattono le frontiere fra le discipline, momenti che diventano un’occasione, una via per aprire il pensiero, per suscitare domande. La particolarità del Festival, che lo rende unico su tutto il territorio nazionale, è di rivolgersi prevalentemente a un pubblico adulto. Un tempo nei luoghi del fare come la cucina, il focolare o il filatoio, gli uomini si raccontavano fiabe e i bambini non erano esclusi ma erano fruitori occasionali. Le fiabe nascono per gli adulti come modo di condividere le tradizioni di un popolo, la fatica e la gioia del vivere e solo successivamente sono state riservate (relegate) a un pubblico esclusivamente infantile. La direzione artistica è a cura di Nicoletta Giberti che da tempo indaga, insieme ai suoi collaboratori, il genere fiaba con particolare interesse all’aspetto del suono (Fiaba-Fabula: raccontare con la voce, un’antica voce: le fiabe portano il loro significato simbolico nel suono) e dell’immaginario come esperienza individuale e archetipica intesa come valore per la società.

Il tema della quinta edizione: la Volontà
Generalmente la volontà rappresenta la determinazione di una persona a raggiungere con sufficiente convinzione un determinato obiettivo. Quello di “Volontà” è un concetto fondamentale e a lungo dibattuto nell’ambito della filosofia, in quanto inscindibilmente legato all’interpretazione dei concetti di libertà e virtù. Nelle Fiabe la volontà dell’eroe di riuscire nell’impresa che il destino gli pone davanti è il motore fondamentale senza il quale non riuscirebbe a trovare sé stesso. Ogni artista del Festival presenterà la sua visione del tema nel linguaggio che meglio lo rappresenta.

Il cortile del leccio
Lo spazio che ospita il Festival entra nella drammaturgia di tutti gli eventi attraverso le geometrie, i volumi e soprattutto la memoria. Ogni due anni il Festival si sposta per ritrovare nuovi spunti creativi e per abitare luoghi preziosi della città. La quinta edizione sarà ospitata dal Complesso San Paolo e Circondario. Il grande Leccio sarà il punto nevralgico, il punto di partenza, il luogo delle Botteghe degli Artigiani, il varco verso l’Altrove della Fiaba. Se c’è una pianta antica dai mille volti e dalle tante leggende, è infatti senza dubbio il leccio (Qercus ilex), che porta in sé mille particolarità. È una pianta mediterranea antichissima le cui ghiande, dolci e commestibili, erano molto apprezzate fin dai tempi più remoti. Servivano infatti per la preparazione del pane di quercia. Ovidio narrava che nell’Età dell’Oro le api, simboli di anime immortali, si posavano su questo albero di cui apprezzavano gli amenti gialli.

Entrata da via Selmi. Visti i posti limitati la prenotazione è obbligatoria chiamando il numero 340 3191825.
















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