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Vertenza Castelfrigo: giovedì 16 novembre i lavoratori degli appalti saranno a Bologna Davanti a Fico Eataly World

Giovedì 16 novembre, dalle 10.00 alle 13.00, i lavoratori degli appalti di Castelfrigo saranno nei pressi dell’entrata di FICO – EATALY WORLD, il “parco a tema dedicato all’alimentazione e all’agroalimentare più grande del mondo”, per dire che solo con il rispetto dei diritti dei lavoratori si può produrre cibo di qualità, secondo lo slogan “NO DIRITTI = NO QUALITA’”.

“I lavoratori, in sciopero da venti giorni – spiegano con una nota  Flai Cgil – Filt Cgil Modena – stanno chiedendo il ritiro delle procedure di licenziamento avviate dalle due società appaltatrici “Ilia D.A.” e “Work Service”. Davanti a FICO i lavoratori  denunceranno che il sistema degli appalti presso la Castelfrigo e presso le altre aziende del comparto carni modenese è un sistema infiltrato da false cooperative e da finte società di manodopera che generano uno sfruttamento del lavoro contrario ai principi stessi vantati nella “mission” della “Fabbrica Italiana COntandina”, come la “cultura dell’alta qualità” e la “produzione di valori”.

Lungo le filiere agroalimentari i processi produttivi e diritti contrattuali dei lavoratori si frammentano e si sbriciolano. Nei gradini più bassi, negli appalti e nei sub-appalti, i diritti contrattuali sono quelli concessi dal “caporale” di turno, che decide se il lavoratore merita o meno di svolgere le sue ore contrattuali; mentre la qualità diventa solo un’apparenza, certificata da una montagna di carta a cui non corrispondono contenuti.

Di fatto lo “standard BRC”, che dovrebbe definire gli standard qualitativi minimi di un’azienda che vuole stare su un mercato globale, è ampiamente disatteso negli appalti e nei sub-appalti proprio nelle principali clausole di coinvolgimento del personale del sito, soprattutto quando si tratta di personale immigrato, difficilmente in grado di comprendere la lingua (1.1.1, 1.1.2, 1.1.3., 3.1.2, 3.1.3, 3.4.3, 3.12.1, 4.14.11, 7.1.3, 7.1.4, 7.1.6, 7.2.5, ecc.).

Da una parte abbiamo quindi sfavillanti certificazioni di standard produttivi, dove il lavoratore dovrebbe essere continuamente coinvolto nei processi aziendali, informato, formato e consapevole della gestione aziendale, della sicurezza alimentare, e dei miglioramenti continui. Dall’altra parte c’è la vera qualità del lavoro richiesta al lavoratore, cioè quella di abbassare la testa perché, in caso contrario, rischia di perdere il posto di lavoro”.

“Il comparto carni modenese ha deciso da tempo di seguire la via bassa dello sviluppo – dichiarano Adriano Montorsi della Filt/Cgil e Marco Bottura della Flai/Cgil. Gli appalti proliferano, si estendono e si consolidano, puntando tutto sul basso costo lavoro e sull’evasione fiscale e contributiva. E’ un sistema deviato che fa della corsa al ribasso, sui diritti e sulla qualità, la sua matrice caratterstica. Tutto ciò è inaccettabile. Chiediamo a chi celebra FICO di salvaguardare le eccellenze dei nostri prodotti alimentari attraverso la salvaguardia del lavoro lungo tutta la filiera produttiva, comprese le aziende di sub-fornitura, come la Castelfrigo, e le azienda appaltatrici e subappaltatrici”.
















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