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Cinema e censura in Italia: mercoledì al Mabic conferenza dell’associazione Le Graffette

Proseguono gli incontri dedicati al cinema e alla censura a cura dell’Associazione Le Graffette. Alla Biblioteca Mabic mercoledì 22 novembre (ore 20.45) Andrea Violi approfondirà il tema “Cinema e censura in Italia”. Durante la serata si parlerà dei i casi più eclatanti della censura cinematografica nell’Italia repubblicana. In Italia lo Stato si è sempre riservato la possibilità di intervenire sui contenuti di rappresentazioni pubbliche, offensivi alla morale e al buon costume o pericolosi per l’ordine pubblico, ancora prima della nascita del cinematografo. Risale al 1913 la prima legge che introduceva un vero e proprio intervento censorio sulle proiezioni, allo scopo di impedire la rappresentazione di spettacoli osceni o impressionanti o contrari alla decenza, al decoro, all’ordine pubblico, al prestigio delle istituzioni e delle autorità. Con l’avvento della Repubblica presso la Presidenza del Consiglio fu istituito un Ufficio centrale per la cinematografia e nel 1949 fu emanata una legge, presentata dall’allora sottosegretario allo spettacolo Giulio Andreotti, che doveva sostenere e promuovere la crescita del cinema italiano e al contempo frenare l’avanzata dei film americani ma anche gli imbarazzanti “eccessi” del neorealismo. A seguito di questa norma, prima di poter ricevere finanziamenti pubblici, la sceneggiatura doveva essere approvata da una commissione statale. Inoltre se si riteneva che un film diffamava l’Italia poteva essere negata la licenza di esportazione, insomma era nata una sorta di censura preventiva. Nel 1962 venne approvata una nuova legge sulla revisione dei film e dei lavori teatrali, tuttora in vigore: pur apportando alcuni cambiamenti, essa confermava il mantenimento di un sistema preventivo di censura e assoggettava al rilascio del nulla osta la proiezione pubblica dei film e la loro esportazione all’estero. Tra i film più noti che non hanno passato il vaglio della censura in Italia, ricordiamo “Ultimo tango a Parigi”, “Salò o le 120 giornate di Sodoma” e “Totò che visse due volte”.
















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