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A Reggio Emilia tavolo interistituzionale di contrasto alla violenza maschile contro le donne

Giornata designata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha invitato i governi, le organizzazioni e le Ong a realizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in quel giorno. L’Assemblea generale dell’Onu ha ufficializzato una data, il 25 novembre, che fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell’incontro femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981. Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio, avvenuto nel 1960, delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.

Nella settimana dal 20 al 25 novembre 2017, l’Amministrazione comunale ha messo in campo diverse iniziative per ricordare l’impegno quotidiano del territorio nel contrastare le discriminazioni di genere e la violenza maschile sulle donne. Alle iniziative già presentate (spettacolo 20 novembre, illuminazione fontana piazza Martiri del 7 luglio e installazione rotonda in piazzale Marconi), si aggiunge l’allestimento della vetrina al piano terra della biblioteca Panizzi. Da giovedì 23 novembre, e per tutta la settimana,  saranno esposti libri a tema conservati nella biblioteca Panizzi e accessibili al prestito; a corredo una bibliografia in distribuzione agli utenti che è possibile scaricare dal sito  www.bibliotecapanizzi.it- Sezione Vetrine e Bibliografie.

E proprio oggi, giovedì 23 novembre, il Tavolo interistituzionale di contrasto alla violenza maschile contro le donne attivo in città si è riunito in Sala del Tricolore per presentare 10 anni di attività congiunta. Sono intervenuti l’assessora comunale alle Pari opportunità Natalia Maramotti, la dirigente dei servizi sociali comunali Germana Corradini, Daniela Chemi capogabinetto della prefettura, Ignazio Messina della questura, Alessia Di Rocco del Comando provinciale Carabinieri, Annamaria Ferrari dell’Ausl, Antonella Cestaro dell’Ufficio scolastico provinciale, Raffaella Pellini dell’Ordine degli avvocati, Silvia Iotti e Alessandra Campani dell’associazione Nondasola, Giovanna Fava del Forum donne giuriste,  Paola Casali consigliera provinciale, Maria Mondelli consigliera di parità provinciale, Stefano Aicardi, docente del Liceo Canossa, accompagnato dalle studentesse Lucia Bonini e Elena Carnevali.

 

PROGETTO TRAME – TERRITORIO IN RETE CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE

Nel periodo 2016-2017, diverse azioni sono state realizzate, grazie al sostegno della Regione Emilia Romagna che ha finanziato, attraverso il “Bando per la concessione di contributi a sostegno di progetti rivolti alla promozione ed al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere”,  per le annualità 2016 e 2017, il progetto Trame – Territorio in Rete contro la violenzA Maschile sulle donnE, che ha visto la partecipazione di tutte le istituzioni e agenzie del territorio che dal 2006 compongono il Tavolo interistituzionale di contrasto alla violenza maschile contro le donne.

Il Tavolo, promosso e coordinato dal Comune di Reggio Emilia, è composto da Comune di Reggio Emilia, Prefettura, Tribunale, Procura della Repubblica, Questura, Comando provinciale dei Carabinieri, Azienda Unità Sanitaria Locale, Ufficio Scolastico Provinciale, Ordine degli Avvocati, Associazione Nondasola, Forum Donne Giuriste, Provincia, Consigliera di Parità Provinciale

Il progetto Trame, finalizzato ad approfondire, aggiornare e rafforzare, in un’ottica integrata e multi professionale, le risposte dei soggetti della rete alle richieste e ai bisogni di accoglienza delle donne vittime di violenza, promuove azioni di sensibilizzazione e informazione rivolte alla cittadinanza e al territorio allargato.

Infatti, al fine di rafforzare la rete territoriale, i componenti del Tavolo hanno avviato incontri di confronto con i Distretti del territorio provinciale, allargando così la condivisione del tema del contrasto alla violenza maschile contro le donne a un ambito più vasto rispetto a quello comunale. Gli incontri, approvati e condivisi dalla Conferenza permanente dei Presidenti delle Unioni, hanno come obiettivo la promozione, l’emersione di questioni critiche trasversali ai territori, la messa in luce di possibili differenze e delle loro origini (strutturali, di cultura organizzativa e valoriale, di linguaggi e procedure), la costruzioni di premesse per una riflessione più condivisa, a livello politico-istituzionale, sull’importanza di strategie integrate di intervento.

Il 2016 segna 10 anni di lavoro del Tavolo interistituzionale nella nostra Città, un’esperienza che rappresenta un importante punto di riferimento a livello regionale, se, negli anni, diversi centri antiviolenza e/o istituzioni locali ci hanno chiamato per illustrare e discutere, nei loro territori, il percorso che ha condotto al Tavolo, le modalità di funzionamento, le pratiche e il pensiero alla base di una ‘rete’ che, non solo è stata mantenuta nel tempo, ma si è consolidata, allargata, resa visibile alla città attraverso la diffusione di dati sul fenomeno della violenza sulle donne, iniziative di sensibilizzazione, percorsi partecipati, ricadute concrete sulle strategie di intervento dei servizi a favore delle donne vittime di violenza. Per i suoi dieci anni di attività, il Tavolo ha realizzato un Report in cui, attraverso la voce dei protagonisti e delle protagoniste, si restituisce l’esperienza, i risultati conseguiti, gli snodi di crescita attraversati, facendola diventare patrimonio collettivo e condiviso, e al contempo occasione di rilancio e riflessione su questioni che richiedono ancora molta attenzione. Rendere visibile, attraverso la scrittura e la parola, ciò che è stato realizzato in questi anni dalla collaborazione tra istituzioni, enti pubblici e associazionismo femminile a contrasto della violenza significa anche agire positivamente sul legame di fiducia che le donne costruiscono verso coloro a cui si rivolgono per chiedere aiuto. Ancora troppo spesso questo legame di fiducia è reso fragile da risposte inadeguate e/o dalla convinzione che rivolgersi a ‘risorse esterne’ alla rete parentale/amicale sia inutile perché troppo ‘burocratiche, distanti, lente’ e/o per aver visto deluse aspettative di ‘giustizia e aiuto’ che, nel confronto con la realtà, si sono rivelate eccessivamente richiestive.

Promuovere iniziative di diffusione legate alla pubblicazione sopra citata va nella direzione di una corretta informazione, prima di tutto verso le donne che si trovano in situazioni di violenza, rispetto a ciò che la rete ha messo in campo per sostenerle, nei propri limiti, possibilità e competenze, e nei vari passaggi dell’emergenza, dell’accoglienza e del percorso di autonomia.

Proprio al fine di rafforzare la comunicazione è stata realizzata una Campagna informativa congiunta da parte dei soggetti del Tavolo rivolta, prioritariamente, alle donne che si trovano a vivere o che hanno vissuto situazioni di violenza perché possano, in maniera sempre più fruibile e accessibile, contattare e attivare i diversi punti della Rete, conoscendone di ognuno risorse, ambiti di intervento, connessioni con gli altri soggetti, è stato realizzato materiale informativo contenente le indicazioni dei punti della Rete a cui le donne si possono rivolgere nel caso di bisogno: si tratta di un piccolo pieghevole studiato al fine di poterlo facilmente conservare in borsa, tasca o nel portafoglio.

Al fine di stimolare il territorio e la cittadinanza a diventare sempre più consapevole della rete territoriale esistente in città, delle risposte e delle esperienze che sono state messe in campo per contrastare la violenza maschile contro le donne, nella settimana in corso sono stati affissi manifesti informativi e verranno collocati in modo permanente, nei luoghi delle Istituzioni che compongono il Tavolo, totem espositivi favorendone la riconoscibilità in quanto punti della Rete.

Congiuntamente è stata promossa la Campagna di sensibilizzazione realizzata da studenti e studentesse del Liceo Canossa di Reggio Emilia, i quali hanno realizzato delle locandine durante i percorsi di sensibilizzazione attivati dall’Associazione Nondasola con slogan finalizzati al contrasto delle discriminazioni e degli stereotipi di genere (Perché rinunciare a se stessi per sentirsi amati?; Se clicca mi piace, non vuol dire che le piaci; Dialogo tra l’Amore e l’Amicizia. L’Amore disse: perché esisti? L’Amicizia rispose: asciugo le lacrime che tu puoi far versare.; Perché non ti permette di andare a ballare? Togliti quel collare!; Amatevi e lasciatevi amara solo da chi questo verbo lo sa coniugare.; Se vieta il tuo giudizio, la tua libertà personale e le possibili amicizie, non lo fa per te ma lo fa per sé). Le locandine resteranno esposte nel polo scolastico di via Makallè e nelle scuole del territorio, dal 18 al 25 novembre, al fine di sensibilizzare le giovani generazioni e promuovere una cultura delle pari opportunità che contrasti stereotipi di genere.

La progettazione grafica è stata realizzata da professionisti della comunicazione, individuati tra coloro che, nel 2012, hanno sottoscritto, con il Comune di Reggio Emilia, il Protocollo Immagini Amiche per promuvere attività di sensibilizzazione sulla parità e non discriminazione tra i generi nell’ambito della pubblicità.

Non sono mancate azioni di sostegno all’autonomia rivolte alle donne inserite in percorsi di uscita dalla violenza, gestiti dal Centro Antiviolenza – Casa delle Donne gestita dall’Associazione Nondasola, necessarie per far fronte alla scarsità di risposte e opportunità del contesto esterno e delle reti di sostegno stesse.

 

I DATI NAZIONALI SULLA VIOLENZA

In base ai dati emersi dall’ultima ricerca Istat (“Sicurezza delle donne”, anno 2015) in Italia, 1 donna su 3  – quasi 7 milioni – tra i 16 e i 70 anni, nel corso della propria vita, ha subito qualche forma di violenza fisica o sessuale, mentre 1 su 20 ha subito violenze più gravi come stupri o tentati stupri.

A commettere i reati più gravi sono soprattutto i partner attuali o gli ex, autori del 63% degli stupri. Nel 38% dei casi la donna ha subito ferite, nel 36% ha temuto per la propria vita. 1 donna su 10 che ha subito violenza, vi è stata sottoposta durante la gravidanza. Le violenze subite da parte degli ex partner sono o vengono percepite come più gravi rispetto a quelle del partner e producono diversi effetti psicologici e fisici.

L’11% delle donne ha dichiarato di aver subito qualche forma di violenza sessuale prima dei 16 anni, prevalentemente ad opera di persone conosciute (quasi l’80%).

Emerge anche un fenomeno di trasmissione intergenerazionale della violenza.

Partner violenti risultano essere stati spesso vittime di violenza da parte dei genitori, mentre tra le donne vittime di violenze sessuali prima dei 16 anni l’incidenza di violenza fisica o sessuale da adulte è assai elevata (sino a oltre il 60% dei casi).

Le donne più esposte alla violenza sono separate o divorziate, in modo particolare nella fascia tra i 25 e i 44 anni, tra le più istruite (con laurea o diploma), tra quelle che lavorano in posizioni professionali più elevate o che sono in cerca di occupazione. Altra categoria a rischio sono le donne con problemi di salute o disabilità, vittime di violenza nel 36% dei casi.

Sempre a livello nazionale, le donne straniere hanno subito violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita. Risultano più esposte alla violenza fisica (26% contro 20%) e meno esposte a quella sessuale (16% contro 21%), ma non agli stupri. Le italiane subiscono soprattutto violenze sessuali meno gravi come le molestie da parte di sconosciuti, mentre le donne straniere sono esposte in modo particolare alle azioni violente del partner o ex partner. Tra le straniere, sono più spesso vittime di violenza le donne moldave (37%), rumene (34%) e ucraine (33%). Seguono le donne marocchine (22%), albanesi (19%) e cinesi (16%).

Il confronto tra i dati raccolti a livello locale e quelli nazionali forniti dall’Istat (Indagine “Sicurezza delle donne” 2014) rivela l’esistenza di dinamiche simili per quanto riguarda il tipo di violenza prevalente, le caratteristiche degli autori e delle vittime.

Il dato più noto è che a commettere i reati più gravi sono soprattutto i partner attuali o gli ex. Secondo l’Istat queste figure sono autori di oltre il 60% degli stupri.

Anche la fascia di età in cui l’esposizione alla violenza è maggiore risulta la stessa: attorno i 30-40 anni.

 

LA SITUAZIONE LOCALE. VIOLENZA SULLE DONNE A REGGIO EMILIA

 

Comune di Reggio Emilia – Poli territoriali dei Servizi Sociali

Nel corso del 2016 tra le donne in carico al Servizio Sociale – Poli Territoriali circa 100 donne hanno dichiarato di avere subito violenza da parte di un uomo. Di queste il 75% dichiara che l’autore delle violenze è il coniuge, il 18% attribuisce la violenza al convivente, il 7% all’ex-partner, mentre in 1 situazione l’autore della violenza è stato il padre. Tutte le donne hanno 1 o + figli; solo una donna non ha figli, ma l’autore della violenza risulta essere il padre. Si tratta per il 48% di donne italiane, mentre per il restante 52% sono donne straniere.

Con maggiore frequenza viene registrata violenza fisica (55%), seguita da quella psicologica (29%), economica (12%) e per ultima di tipo sessuale (4%). Il progetto Rosemary – che opera nell’ambito della prevenzione e contrasto allo sfruttamento sessuale – accoglie nei percorsi di protezione sociale per vittime di sfruttamento sessuale e tratta 36 donne che hanno subito ulteriori violenze psicologiche e fisiche; 13 segnalazioni raccolte invece dagli operatori dell’unità di strada di donne che hanno  subito violenza multipla (fisica, sessuale, psicologica).

 

Associazione Nondasola

Nel corso dei primi 10 mesi del 2017 sono state 356 le donne accolte all’interno della struttura protetta dal Centro Antiviolenza – Casa delle Donne, gestita dall’Associazione Nondasola, per lo più italiane: di queste, 212 hanno figli con cui convivono. La maggioranza delle violenze sono di tipo fisico e psicologico. Numerose anche le violenze di tipo economico. 20 sono le donne ospitate con 21 figli/figlie.

Le variabili età, appartenenza sociale e livello di istruzione non sono determinanti nella caratterizzazione delle vittime di violenza: a essere maggiormente colpite, tuttavia, sono le donne nella fascia d’età compresa tra 18 e 45 anni.

Per quanto riguarda l’autore che agisce violenza nei confronti delle donne, emerge che nella maggioranza dei casi si tratta di una persona familiare: coniuge, convivente, fidanzato o ex partner; più della metà delle violenze agite nel 2017 sono riconducibili a uomini che hanno una fascia d’età che va dai 35 ai 59 anni.

Si conferma, rispetto allo scorso anno, inoltre il dato relativo al funzionamento della rete ed emerge che le donne che accedono al Centro Antiviolenza per cercare un aiuto, precedentemente si sono rivolte ad altri punti della rete in primis rete amicale, Forze dell’Ordine, Servizi Sociali, Pronto Soccorso.

 

Pronto Soccorso

Nel 2016 le donne vittime di violenze che si sono rivolte al Pronto Soccorso sono state 346, nel primo semestre del 2017 sono state invece 169.

Le fasce d’età prevalenti sono quelle comprese tra i 30 e i 49 anni (50% ), sebbene risulti in aumento il numero di casi nella fascia 18-29 (30%) ed emerge la presenza significativa di donne con figli conviventi. La quasi totalità delle donne che si è rivolta al Pronto Soccorso ha subito violenza multipla (fisica, sessuale, psicologica, economica). Le richieste provengono in numero analogo da donne italiane e straniere.

Gli autori di violenza indicati sono soprattutto conoscenti, coniugi e conviventi.

 

Consultorio familiare

Nel 2016 sono stati seguiti presso il consultorio 12 casi di violenza. Si è trattato prevalentemente di donne giovani (18-29 anni), sia italiane che straniere. Il tipo di violenza riportata è prevalentemente quella fisica, seguono violenze sessuali e violenze psicologiche. L’autore di reato è soprattutto il coniuge o convivente o fidanzato (10 casi su 12) e nella maggior parte dei casi si tratta di uomini dai 18 ai 39 anni.

 

Procura della Repubblica

I reati registrati dalla Procura nel 2016 sono stati: 187 procedimenti per casi di maltrattamenti, di cui 8 per mano di soggetti ignoti, e 108 casi di stalking, di cui 9 ad opera di soggetti ignoti.

Al 21/11/2017 sono saliti a 211 i casi di maltrattamenti, di cui 10 per mano di ignoti,  e 108  casi di stalking di cui 10 ignoti.

 

Ordine degli Avvocati

Nel 2016 i dati relativi ad ammissione al patrocinio a spese dello Stato in materia di diritto di famiglia e rilevati dall’Ordine degli Avvocati sono 51 casi di richiesta di mantenimento figli; 139 casi di ricorsi per separazione personale dei coniugi (di cui in 59 casi è specificato che si tratta di separazioni giudiziali ed in 30 casi che si tratta di tipo consensuale); 12 ricorsi per revisione delle condizioni di divorzio/separazione (di cui 9 casi di revisione condizioni di divorzio e 3 casi revisione di separazione); 81 ricorsi per cessazione effetti civili del matrimonio (di cui 9 hanno specificato trattarsi di divorzi consensuali e 23 contenziosi); 27 ricorsi per affidamento di figli nati fuori dal matrimonio (di cui 4 hanno specificato di promuovere domanda anche per assegno di mantenimento); 1 ordine di protezione; 1 ricorso per riconoscimento / disconoscimento paternità.

Le separazioni giudiziali, nel 2016, sono 139, di cui 59 istanti specificano che la separazione è giudiziale, mentre 30 specificano che si tratta di separazione consensuale (i “grandi numeri” rimangono sempre sulle separazioni che partono come giudiziali).

Nel 2017 (alla data del 21 novembre 2017) le separazioni sono già 124. La richiesta di gratuito patrocinio sulle separazioni e’ sempre costantemente la richiesta con maggior numero di utenti.

Le richieste di gratuito patrocinio per divorzio pervenute al Consiglio dell’Ordine Avvocati nell’anno 2016 sono 81, mentre al 21/11/2017 sono 59.

Nel 2016 si rileva una sola richiesta di ordine di protezione, nell’anno 2017 sempre al 21.11.2017 sono invece 3.

Aumentano le richieste per avere il gratuito patrocinio al fine di recuperare coattivamente l’assegno di mantenimento: nell’anno 2016 sono circa 41, oltre a 27 casi di affidamento figli nati fuori dal matrimonio (con richiesta di mantenimento);  nell’anno 2017 (al 21.11.2017), 9 casi di mancato versamento assegno, 27 richieste mantenimento minore e 27 affidamento minore.

Rispetto ai precedenti anni, diminuiscono le richieste di gratuito patrocinio per modificare le condizioni di separazione o divorzio che passano a 12 casi nel 2016, e nel 2017 (al 21.11.2017) sono 6 casi.

Nel 2016 si registrano 27 casi di affidamento dei figli minori nati fuori dal matrimonio (nuova competenza del Tribunale ordinario), mentre sono 27 al 21 novembre 2017.

Il dato costante (ed in aumento) è la richiesta di pagamento dell’assegno di mantenimento (per i soggetti deboli), che caratterizza l’esistenza di una violenza rappresentata dal potere economico, una violenza che viene esercitata sulle donne (che sono la maggior parte dei soggetti che subiscono questo tipo di soggezione e che sono coloro che fanno domanda di gratuito patrocinio per il mantenimento dei figli minori o economicamente non autosufficienti).

L’Ordine degli Avvocati si è attivato da qualche tempo per rendere maggiormente operativo  lo sportello del cittadino per far sì che il difensore sia il vero garante dei diritti dei cittadini e delle cittadine e diventi sempre di più “avvocato sociale”, nella sua funzione di tutela dei soggetti deboli.

 

Forum donne giuriste

Nel 2016 sono stati presentati 15 ricorsi per ordine di protezione (ex art. 342bis): 12 da donne e 3 da uomini. Si tratta, in entrambi i casi, di cittadini italiani.
Di questi 15 ricorsi 7 sono stati accolti, 2 rigettati e 6 estinti.

 
















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