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Studio dell’Ausl di Reggio Emilia dimostra che i diabetici di tipo 2 hanno un rischio aumentato di tumore

I diabetici hanno un rischio aumentato di cancro a fegato, vescica, pancreas, utero e colon retto. A dirlo è uno studio sulla popolazione della provincia di Reggio Emilia prodotto dal Servizio di Epidemiologia dell’Azienda Usl. La ricerca, pubblicata sulla rivista BMC Cancer, ha seguito per 4 anni (dal 2010 alla fine del 2013) 407mila 157 residenti nella provincia di Reggio, di cui 23mila 358 (5,7%) diabetici ed è stato realizzato grazie alla valutazione comparata dei dati del Registro Tumori e del Registro Diabete (quest’ultimo è nato dalla collaborazione tra Diabetologi, Cure Primarie ed Epidemiologi dell’Ausl).

Studi epidemiologici hanno posto in evidenza l’associazione tra il diabete e alcuni tipi di cancro, individuando l’iperglicemia e l’iperinsulinemia quali potenziali cause dell’aumento del rischio. La valutazione comparata dei dati contenuti nei due registri realizzata a Reggio Emilia ha posto a confronto all’interno di una popolazione l’incidenza dei tumori nei soggetti con e senza diabete e ha valutato nei diabetici il rischio di cancro in rapporto alla durata del diabete e delle terapie ipoglicemizzanti impiegate.

Nei pazienti con diabete di tipo 2 si è osservata una progressione del rischio di cancro all’aumentare della complessità delle terapie ipoglicemizzanti. In particolare, nei diabetici in terapia esclusivamente nutrizionale si presentava un rischio solo lievemente aumentato (10%) che incrementava progressivamente nei pazienti trattati con ipoglicemizzanti orali (22%), nei pazienti in terapia insulinica (32%), per raggiungere i massimi livelli nei soggetti in terapia combinata insulina e ipoglicemizzanti orali (37%). Per quanto riguarda la durata del diabete, il maggior eccesso di incidenza si è verificato nei soggetti con durata compresa tra 6 e 10 anni (44%). Nei soggetti con diabete di tipo 1 invece, il rischio di sviluppare neoplasie è risultato simile a quello della popolazione dei non diabetici.

La riflessione dei ricercatori si è soffermata, in un primo momento, sul ruolo dell’insulina esogena, l’ormone che viene somministrato per consentire all’organismo di utilizzare il glucosio. Questa viene associata, anche in altri studi, a un incremento del rischio cancerogeno. Tuttavia, l’assenza di rischio in soggetti con diabete di tipo 1 sembrerebbe non confermare un ruolo diretto della terapia insulinica. L’ipotesi dei ricercatori sarebbe dunque che a causare l’incremento del rischio di tumore sia la maggiore gravità del diabete.

“Già altri studi – commenta il dottor Massimo Vicentini, ricercatore del Servizio di Epidemiologia dell’Azienda USL – avevano visto che il diabete è un fattore di rischio per l’insorgenza del cancro. Noi abbiamo costruito un disegno di studio più accurato che ha permesso di misurare meglio l’incidenza dei tumori nell’intera popolazione diabetica: i nostri dati confermano un aumentato del rischio di cancro del fegato, colon-retto e corpo dell’utero nella popolazione diabetica, mentre ridimensionano l’eccesso di rischio per il cancro del pancreas rispetto a molti dei precedenti studi. Solo per il cancro della prostata il diabete è un fattore protettivo.”

Tra gli autori dello studio: la dottoressa Valeria Manicardi, responsabile scientifico Registro Diabete, la dottoressa Lucia Mangone, direttore Registro Tumori, la dottoressa Marina Greci, direttore Programma Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali Cronicità, il dottor Paolo Giorgi Rossi direttore dell’Epidemiologia, la dottoressa Paola Ballotari, statistica del Servizio di Epidemiologia. Link all’articolo: https://bmccancer.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12885-017-3696-4
















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