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Arsom Carpi, Fiom/Cgil: tre mensilità arretrate e probabile cessazione. Le lavoratrici e i lavoratori non si rassegnano

La Fiom/Cgil di Carpi denuncia la grave situazione in cui versano i 40 dipendenti dell’Arsom, azienda metalmeccanica di Carpi con sede operativa a San Martino in Rio (Reggio Emilia), specializzata nella lavorazione lamiera conto terzi e fondata dal nonno dell’attuale titolare cinquant’anni fa. L’azienda non ha mai evidenziato difficoltà produttive, tanto che nell’autunno dello scorso anno sono state fatte delle assunzioni.

“I segnali del precipitare della situazione si sono manifestati solo dopo un ritardo inusuale sul pagamento delle retribuzioni – spiega Fiom/Cgil -. L’azienda da oltre un anno era solita ritardare di una decina di giorni gli stipendi. Al rientro dalla pausa di fine anno c’è stata un’accelerazione e non sono state pagate la tredicesima e dicembre, tuttavia la proprietà dava ancora rassicurazione che entro gennaio sarebbe stata pagata almeno la tredicesima. Nonostante le rassicurazioni, ad oggi le lavoratrici e i lavoratori sono in arretrato di tre mensilità e sono tutti sospesi dal lavoro dal 2 febbraio in quanto l’azienda ha improvvisamente cessato le attività” – prosegue il sindacato.

“La Fiom ha organizzato assemblee, formalizzato richieste di incontro e un presidio davanti all’azienda il 6 febbraio (foto). Solo il 12 febbraio l’azienda si è resa disponibile ad un incontro con la Fiom/Cgil di Carpi.
L’incontro è stato disarmante, tramite il proprio legale, l’azienda ha annunciato la messa in liquidazione e la cessazione delle attività e, con tutta probabilità, verrà dichiarato lo stato fallimentare. Viene inoltre esclusa ogni possibilità, anche minima di provvedere al pagamento delle retribuzioni”.

“Le cause di questo disastro ci paiono incomprensibili – dichiara Angelo Dalle Ave della Fiom/Cgil di Carpi – pare impossibile che nell’arco di pochi mesi possa accumularsi una situazione debitoria di queste dimensioni. Su questo ci attiveremo nelle sedi opportune per accertare cause e responsabilità”.
Resta la drammaticità degli effetti sulle condizioni materiali delle lavoratrici e dei lavoratori. Se non verrà erogata a breve almeno la tredicesima, passeranno altri mesi prima di ottenere il riconoscimento di quanto dovuto.
“Pensiamo – prosegue il sindacalista – si debba partire dal fatto che l’attività svolta da Arsom esiste tuttora ed è prevalentemente indirizzata a imprese del territorio. Su queste basi ci adopereremo affinché il lavoro continui ad essere svolto dalle stesse persone, poco importa se attraverso una nuova società con il possibile ingresso di attuali dipendenti oppure mediante assunzioni in aziende del territorio che ne hanno acquisito le commesse”.
















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