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Reggio Emilia: stretta della Polizia di Stato contro i circoli privati

Durante la notte del 21 aprile gli operatori della Squadra Mobile hanno proceduto al sequestro preventivo del Circolo Privato “Masone Club” comunemente noto anche come Marylin Club, sito in via Socini, località Masone. L’operazione si inserisce nello specifico progetto voluto dal Questore contro le illiceità penali e le irregolarità amministrative commesse nei locali della città e della provincia.

Il Circolo Privato “Masone Club”, come si legge sul sito del locale, è un luogo in cui i soci, associati previa una accurata selezione, potevano trascorrere delle serate trasgressive.

Nella giornata di sabato notte gli uomini della Squadra Mobile hanno fatto irruzione nel circolo dando esecuzione ad un decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia. Le prime indagini svolte dagli investigatori della locale Questura evidenziavano infatti come il circolo privato fosse un paravento e come, in realtà, rappresentasse un night, un esercizio pubblico, in cui veniva tollerato e favorito l’esercizio del meretricio.

Dai primi accertamenti emergeva che chiunque, previo pagamento di un biglietto/tessera, potesse fare ingresso nel locale. Una volta all’interno, dietro il versamento di una somma di denaro alla cassa al gestore di fatto del circolo, F.A. classe 1949, il cliente poteva scegliere se intrattenersi nel locale appartandosi in apposite zone privè, piccole aree con dei divanetti chiusi da tende, o, addirittura, “noleggiare” una ragazza per condurla all’esterno del locale. All’interno dei privè o all’esterno emergeva che i clienti potessero beneficiare di prestazioni sessuali di varia natura.

Tra le “socie”, in realtà donne remunerate per intrattenere, in vario modo, gli avventori, vi erano ragazze di svariate nazionalità: italiane, sud americane, rumene, lituane, ucraine, russe e magrebine. Tra loro anche una donna irregolare sul territorio nazionale, messa a disposizione dell’Ufficio Immigrazione. Le storie delle donne, pur con differente grado di reticenza, sono spesso simili. Si tratta di ragazze spesso giovani, già madri, intenzionate a guadagnare soldi da inviare in patria per il mantenimento della famiglia.

Il titolare di fatto del Club, tra l’altro, oltre al salario, minimo, garantiva alle ragazze anche un posto letto; il gruppo, infatti, aveva a disposizione un appartamento in via Turri dove venivano fatte alloggiare le donne. Proprio dai controlli in zona stazione e via Turri e dal sospetto via vai di ragazze da un civico della via sono partite le indagini della Questura reggiana.

Il controllo e la perquisizione dell’asserito circolo con finalità educative e ricreative consentiva di appurare che il locale, in realtà, operasse come night e che al suo interno il gestore di fatto vi tollerasse l’esercizio della prostituzione.

Sulla scorta delle emergenze raccolte, in ragione dell’evidente urgenza di quanto accertato, la Squadra Mobile sottoponeva il locale a sequestro preventivo.

Questo è il secondo circolo in meno di un anno che viene sequestrato dalla Squadra Mobile di Reggio Emilia, dopo quello sottoposta a sequestro nel giugno del 2017.

Il sequestro si inserisce, inoltre, in una più ampia strategia della Questura, volta a reprimere, con sequestri e chiusure amministrative, locali ed esercizi pubblici al cui interno si perpetrano reati; oltre ai circoli privati ed ai 24 centri massaggi già sequestrati – in cui si tollerava e favoriva l’esercizio della prostituzione – la Questura ha apposto i sigilli a due locali pubblici chiusi da inizio anno con Ordinanza del Questore per motivi di ordine e sicurezza pubblica (gennaio 2018: Ristorante la Mulata a seguito della rissa di Capodanno e marzo 2018 Caffetteria Movies di via Martiri di Cervarolo in quanto luogo di spaccio di sostanze stupefacenti).

 
















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