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Reggio Emilia ricorda il pacifista ed ambientalista Alexander Langer: dal 24 ottobre incontri, proiezioni e tavole rotonde

Prenderà il via mercoledì 24 ottobre il nuovo ciclo di incontri e iniziative per ricordare la figura di Alexander Langer, organizzati dalla Libera Università Popolare (Lup) di Reggio Emilia in collaborazione con Boorea, Gvc, Movimento Nonviolento, ex-Cinema Capitol, Biblioteca Panizzi e Decentrate.

Gli incontri si inseriscono in un percorso più ampio, promosso nei primi mesi del 2018 promossi nell’ambito del Laboratorio di cittadinanza di Regina Pacis, Orologio e Foscato, dedicato alla figura dello storico esponente dell’ecologismo e della nonviolenza italiana e sull’influenza che il suo pensiero ha avuto a Reggio Emilia. Per ricordare il suo idealismo e il suo impegno civile, nel 2005, a dieci anni dalla sua morte, il Comune di Reggio Emilia ha inaugurato uno spazio verde, “Il Giardino dell’Arca”, all’interno del parco: le iniziative svoltesi nella prima parte dell’anno avevano proprio l’obiettivo di far riscoprire questo luogo altamente simbolico. I nuovi appuntamenti in programma da ottobre a dicembre, si concentreranno invece sui temi particolarmente cari all’impegno di Langer: la pace, i diritti, la convivenza tra popoli, la riconversione ecologica in un mondo sempre più minacciato da antiche e nuove insidie di disgregazione sociale e ambientale.

HANNO DETTO – Il programma delle iniziative è stato presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte l’assessora a Partecipazione e Cura dei quartieri Valeria Montanari, i curatori Lorenzo Capitani e Ugo Pellini, il presidente di Boorea Luca Bosi e Nadia Riccò di Gvc Onlus. Erano inoltre presenti Susi Davoli della Libera Università del Crostolo e Alessandra Ferretti delle Biblioteche comunali.

“La figura e il pensiero di Alexander Langer – ha detto l’assessora Montanari – sono ancora oggi di forte attualità, colmano vuoti, nel loro parlare di convivenza civile, pacifismo e sensibilità ambientale in un’epoca storica in cui invece le divisioni e le differenze vanno per la maggiore. Come Amministrazione comunale crediamo nell’importanza di riscoprire e approfondire il pensiero di Langer e abbiamo sostenuto questo percorso nato nell’ambito dei Laboratori di cittadinanza e giunto alla sua seconda fase: il frutto di un lavoro di rete, che ha il merito di parlare di valori oggi quanto mai fondamentali con un linguaggio chiaro, semplice e in grado di fare appassionare anche le generazioni più giovani”.

IL PROGRAMMA – Si inizia mercoledì 24 ottobre alle 18 con la presentazione in programma alla biblioteca di Santa Croce, a Villa Cougnet (via Adua 57), del volume ‘Introduzione alla filosofia della nonviolenza di Aldo Capitini’ di Pasquale Pugliese, segretario nazionale del Movimento Nonviolento. Dialogheranno con l’autore Thomas Casadei, docente di filosofia del diritto dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, e Daniele Lugli, presidente emerito del Movimento Nonviolento e amico personale di Aldo Capitini: introduce e modera Lorenzo Capitani, della Lup Reggio Emilia. L’incontro costituisce un’anteprima della mostra “Le ‘utopie concrete’ di Alexander Langer. Parole e immagini di un “portatore di speranza” con un ricordo di Aldo Capitini, maestro di pace’ a cura di Lorenzo Capitani e Ugo Pellini, che inaugurerà l’indomani, giovedì 25 ottobre nei locali della stessa Biblioteca, alle 17.30. Saranno presenti l’assessore alla Partecipazione del Comune di Reggio Emilia Valeria Montanari, i curatori Lorenzo Capitani e Ugo Pellini, Rainer Girardi della Fondazione nazionale Alexander Langer, Stefano Campani di Boorea e Mao Valpiana del Movimento Nonviolento.

Venerdì 26 e sabato 27 ottobre, in collaborazione con Gvc si svolge all’ex cinema Capitol (via Riccardo Zandonai) “Terra di tutti film Festival a Reggio Emilia”. Due intense giornate che costituiscono uno spin-off del noto festival cinematografico nazionale, che si svolge tradizionalmente a Bologna, dedicato alla produzione dei “popoli ultimi”: corti, documentari, fiction. Il programma, estremamente articolato, verterà sui temi delle migrazioni e della convivenza, con alcuni focus su percorsi inediti di integrazione, sul mondo dello sport e sulla situazione politica della Bosnia di oggi.

Si parte venerdì 26, alle 17.30: dopo i saluti dell’assessore alla Partecipazione e alla Cura dei quartieri del Comune di Reggio Emilia Valeria Montanari, del presidente di Boorea Luca Bosi e della presidente di Gvc Dina Taddia, alle 18.30 è in programma l’intervento di Giuseppe Civati su “Il pensiero e l’azione di Alex Langer”. L’intervento sarà preceduto, alle 18, dalla proiezione del cortometraggio “Il confine occidentale” di Luigi D’Alife .

Alla sera focus sulla Siria: alle 20.30 Jean Bassmaji di progetto Amar e Nadia Riccò di Gvc presentano la campagna umanitaria Reggio for Siria. Seguirà alle 20.45 l’intervista di Alessandro Scillitani al regista Luigi D’Alife, di cui alle 21.30 sarà proiettato il documentario “Binxet – Sotto il confine” sul Rojava: un viaggio tra vita e morte, dignità e dolore, lotta e libertà, lungo i 911 km del confine turco-siriano. Da una parte l’Isis, dall’altra la Turchia di Erdogan. In mezzo il confine ed una speranza.

L’indomani, sabato 27 ottobre, dalle 10 alle 12.30 è in programma “Voci visibili dallo sport: percorsi inediti di integrazione”, matinée riservata alle scuole secondarie di primo grado della città. La mattinata sarà introdotta da un breve saluto dell’assessore a Educazione e Conoscenza Raffaella Curioni, alla quale seguirà la proiezioni dei due cortometraggi “GodFred”, produzione del Bologna Football Club, e “La felicità è blu” di Enza Negroni. A seguire racconti e narrazioni con Claudio Cioffi, responsabile comunicazione Bologna football club; Enza Negroni, regista; Vittorio Martone, produttore, e Sonia Andreis, protagonista del corto La felicità è blu. Saranno inoltre presenti le testimonianze di alcuni giocatori di calcio della squadra Zelig-Marenostrum, e della squadra di Rugby le Tre Rose Nere di Casale Monferrato e Maxime Mbandà, giocatore della nazionale italiana di Rugby. Sarà presente anche una rappresentanza del Valorugby Emilia. Coordinerà la mattinata Azio Minardi, presidente di Uisp Reggio Emilia.

Le attività riprendono al pomeriggio, dalle 15 alle 19, con Voci di pace dal mondo invisibile. In apertura, dalle 15 alle 15.30, sono in programma letture, immagini, suoni con giovani attori e studenti delle scuole reggiane a cura di Antonietta Centoducati e Gianni Binelli, cui seguiranno la proiezione di “Border families. Surviving in the Bekaa Valley”, storie di sopravvivenza familiare dei rifugiati della Bekaa di Filippo Ortona e Michele Monni, prodotto da Gvc nell’ambito dell’iniziativa EUAidVolunteers.

Dalle 16 alle 18 “Focus sulla Bosnia di oggi”, nel ricordo dei moniti di Alex Langer. Per l’occasione saranno presentati due volumi dedicati a questo paese martoriato dalla guerra, che vive oggi un dopoguerra acora più destabilizzante: “Il paese che non c’è. La Bosnia Erzegovina tra transizione, contraddizioni, e diritti negati” di Simona Silvestri e “In Bosnia. Viaggio sui resti della guerra, della pace e della vergogna” di Pierfrancesco Curzi. Dialogano con gli autori Margherita Romanelli, responsabile Policy Advisor Gvc, e Paolo Bergamaschi, consigliere Affari Esteri del gruppo Verde al Parlamento Europeo, collaboratore e amico di Alexander Langer. Modera Stefano Cigarini, della Fondazione E35. Seguirà, alle 18, la proiezione di “Quello che resta” di Antonio Martino (Bosnia, Italia, 2014 – 50’).

A novembre sono in programma due interessanti lezioni – convegno. Martedì 13, alle 17.30, nell’aula D2.2. di Unimore, l’incontro con Fabio Levi, autore del volume “In viaggio con Alex” sarà ancora un’occasione per tornare a parlare di “La vita e il pensiero di Alexander Langer, instancabile costruttore di ponti”. L’appuntamento fa parte del calendario dei martedì della Luc, dedicati all’incontro con l’autore, ed è aperto a tutti.

Nuovo appuntamento il 28 novembre, sempre ad Unimore, alle 17.30, per una lezione dibattito di geopolitica con Fabrizio Maronta di Limes su “Isolazionismo o interventismo umanitario? L’America, l’Europa di Langer e il futuro del rapporto transatlantico”. L’iniziativa, che fa parte del corso annuale di geopolitica “L’ordine del caos. Mappe geopolitiche del mondo senza centro”, è promossa dalla Luc e dalla Lup di Reggio Emilia in collaborazione con Limes e Boorea.

A chiudere il ricco calendario di iniziative sarà, il 16 dicembre, una giornata dedicata al futuro dell’Africa, in via di definizione, con interventi dei vari partecipanti al progetto.

Alexander Langer nasce a Sterzing/Vipiteno, In Alto Adige/Südtirol, il 22 febbraio 1946. Giornalista, traduttore, insegnante, ambientalista, pacifista, politico collabora fin da giovanissimo con diverse riviste, associazioni, iniziative civiche. Dal 1978 viene eletto per tre legislature in Consiglio provinciale di Bolzano nella lista Neue Linke/Nuova sinistra prima e in quella Verde Alternativa dal 1988. Negli anni ’80 è fra i promotori del movimento politico dei Verdi in Italia e in Europa. Eletto deputato al Parlamento europeo nel 1989 diventa primo presidente del neo-costituito Gruppo Verde. S’impegna soprattutto per una politica estera di pace, per relazioni più giuste Nord-Sud ed Est/Ovest, per la conversione ecologica della società, dell’economia e degli stili di vita. Dopo la caduta del muro di Berlino aumenta il suo impegno per contrastare i contrapposti nazionalismi, sostenendo le forze di conciliazione interetnica nei territori dell’ex-Jugoslavia. Con il “Verona Forum” offre un tavolo di dialogo a centinaia di militanti della convivenza che si riuniscono in diverse città europee. In occasione dei censimenti del 1981 e 1991 Alexander Langer, di madre lingua tedesca, si dichiara “obiettore etnico” rifiutando l’opzione linguistica per non rafforzare la politica di divisione etnica. Con questo pretesto, nel maggio ’95, viene escluso dalla candidatura a Sindaco di Bolzano, la sua città. Muore prematuramente a Firenze il 3 luglio 1995.

FILM IN PROIEZIONE PER “TERRA DI TUTTI FESTIVAL REGGIO EMILIA”

Binxet- Sotto il confine di Luigi d’Alife 94’ Binxet – Sotto il Confine è un viaggio tra vita e morte, dignità e dolore, lotta e libertà. Si svolge lungo i 911 km del confine turco-siriano. Da una parte l’Isis, dall’altra la Turchia di Erdogan. In mezzo il confine ed una speranza. Questa speranza si chiama Rojava, soltanto un punto sulla carta di una regione tormentata, terra di resistenza ma anche laboratorio di democrazia dal basso, luogo in cui, sui fucili di chi combatte, sventolano bandiere di colori diversi ma che parlano lo stesso linguaggio; quello dell’uguaglianza di genere, dell’autodeterminazione dei popoli e della convivenza pacifica. E’ su questa striscia di terra che si sta giocando la partita più importante; la battaglia contro daesh, il controllo e la chiusura del confine su sui si basa l’accordo tra Unione Europea e Turchia, la violenza repressiva ed autoritaria del dittatore Erdogan. Un racconto di denuncia sulle pesanti responsabilità dell’Europa nel sottoscrivere un accordo che violenta le vite di migliaia di persone, solo un piccolo tassello nella storia di un popolo che continua a non rassegnarsi all’idea di essere diviso dai confini, storie di uomini, donne e bambini che sono l’immagine del non arrendersi.

Godfred: è una produzione BfcTV, speciale documentario su GodfredDonsah girato in Ghana. Il centrocampista rossoblu si racconta, dalle sue radici alle ambizioni, rivelando i propri luoghi, la famiglia, le usanze della sua terra: il lavoro nella piantagione di cacao, il padre emigrato in Italia per mantenere i propri cari, i sogni di Donsah ragazzino, già innamorato del pallone come tutti i suoi coetanei nei villaggi ghanesi. “Se mi tirano le banane in campo non me ne importa niente, non ho certo paura: qua a casa mi le banane sono buonissime, è così che sono cresciuto io!”.

La felicità è blu. Sonia ha 15 anni, nuota da quando era piccolissima, Sammy, suo fratello è un po’ più grande e il nuoto lo ha portato in America dove gareggia per la squadra del College. Per loro, nati a Bologna da mamma nigeriana e papà italiano la felicità è blu. Come l’acqua della piscina in cui si allenano con costanza e successo, come recita il titolo di un documentario firmato dalla regista Enza Negroni e prodotto da Valeria Consolo. Il film è prodotto con il sostegno di Uisp Emilia Romagna. Quella di Sammy e Sonia è una storia di sport, di belle emozioni, di fair play, ma soprattutto di integrazione, per smontare il potere alienante degli stereotipi. cortometraggio, premiato nell’ambito di MigrArti 2018, è stato presentato in anteprima all’ultima edizione del Festival del Cinema di Venezia

Quello che resta: 54’ (2014) Il documentario di Antonio Martino si insinua nell’immaginario relativo al conflitto bosniaco come una lama affilata, prendendo come punto di riferimento uno dei suoi simboli più potenti: lo storico ponte fatto saltare in aria dalle milizie contrapposte. Vent’anni dopo quel tragico evento, a quasi dieci anni dalla ricostruzione del ponte, il documentarista ci riporta sul “luogo del delitto” per tastare il posto alla città ferita, attraverso il racconto di svariati testimoni. Più storie si intrecciano dando il senso di una popolazione stravolta dalla guerra. C’è chi passeggia per la città, commentando amaramente la divisione di fatto rimasta tra le due comunità (croata e musulmana, senza contare una sparuta minoranza serba) che continuano a guardarsi con diffidenza, dai rispettivi lati del fiume. Un altro punto di vista, quello di chi all’epoca era bambino, sopravvive nelle pagine di un tema scolastico. C’è chi venne costretto a rifugiarsi all’estero. E c’è chi rimase a combattere: come quell’ex militare che viene ripreso più volte, uomo dalla mente apparentemente sconvolta ed eppur così lucida nel valutare la follia del conflitto etnico, in questo quasi un “fool shakespeariano” a zonzo per Mostar. Tra la nostalgia dei propri famigliari morti e la memoria dei combattimenti cui egli stesso prese parte.

Infine c’è il ponte. Silenzioso protagonista. Nelle immagini lo vediamo morire e rivivere in più di un’occasione. Muore, orribilmente sfregiato, in quei filmati di repertorio, che rievocano in presa diretta il drammatico giorno della sua distruzione; ma poi rivive nelle scene girate oggi, tra cui quelle che rappresentano la tradizione dei tuffi, portata avanti dai baldanzosi giovani che per una manciata di euro possono di nuovo proporre, al voyeurismo degli immancabili turisti, l’emozione di un salto nella Neretva da circa venti metri. Una piccola ma apprezzata fonte di reddito, in questi anni di crisi. La ricostruzione del ponte torna quindi a essere simbolica: un emblema di quella cittadinanza ancora sofferente per i postumi del conflitto che cerca di riacquistare un’esistenza dignitosa, “normale”, restando però in balia di quegli sguardi stranieri che non seppero aiutarla nel momento dell’orrore, ma si riaffacciano ora, con una crescente e quasi morbosa curiosità.
















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