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Bancarotta fraudolenta, imprenditore arrestato a Sant’Ilario d’Enza

Nuovi guai per il noto imprenditore parmense, da anni domiciliato nella sua villa di Sant’Ilario d’Enza, salito alla ribalte delle cronache locali, ma anche nazionali, per aver fondato la “Repubblica della Terra”, un’entità sovrannazionale, poi rimasta al solo stadio di progetto, con tanto di Costituzione e propria moneta corrente, il Dhana.

L’uomo è infatti finito nuovamente ai domiciliari per scontare una pena di quasi 6 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta. La Corte d’Appello di Bologna, in riforma alla sentenza di primo grado emessa nell’ottobre del 2014 dal Tribunale di Reggio Emilia, ha rideterminato la pena complessiva da espiare in 5 anni, 11 mesi e 4 giorni di reclusione per bancarotta fraudolenta. La sentenza, divenuta esecutiva a seguito della pronuncia della Corte di Cassazione, che ne dichiarava inammissibile il ricorso, ha visto l’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello Felsinea emettere un ordine di esecuzione per l’espiazione della pena in regime di detenzione domiciliare che è stato trasmesso ai Carabinieri della Stazione di Sant’Ilario d’Enza, nel cui comune l’imprenditore 68enne aveva stabilito il domicilio. Ricevuto il provvedimento i Carabinieri della Stazione di Sant’Ilario vi hanno dato immediata esecuzione.

Si tratta dell’ennesimo episodio giudiziario che vede coinvolto l’imprenditore che già nel mese di giungo del 2016 era stato arrestato per altra bancarotta fraudolenta commessa nel 2002 in provincia di Cagliari.
















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