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“La Città del ‘900 e il suo futuro”: una mostra nella chiesa San Carlo di Modena

Inaugura sabato 15 dicembre alle 17 nella chiesa di San Carlo in via San Carlo 5, nel centro storico di Modena, la mostra “La città del Novecento e il suo futuro”, che nasce dai lavori sulla storia delle trasformazioni urbane, dalle pubblicazioni sulla città e le architetture del Novecento, dai documentari, dalle mostre allestite con l’Archivio storico comunale, realizzati dall’Ufficio ricerche sulla storia urbana del Comune di Modena. Si potrà visitare gratuitamente fino al 10 febbraio.

Esponendo documenti, fotografie e immagini multimediali che sintetizzano un secolo denso di storie, si propongono ai cittadini frammenti di una narrazione che fa della storia urbana un’occasione di conoscenza e confronto, per valorizzare il significato culturale di ogni progetto di trasformazione urbana presente e futura.

La mostra è stata presentata in anteprima venerdì 14 dicembre alla chiesa di San Carlo da Gianpietro Cavazza, vicesindaco e assessore a Cultura e Scuola, con Catia Mazzeri, responsabile dell’Ufficio ricerche sulla storia urbana del Comune.

L’obiettivo dell’esposizione, hanno detto gli organizzatori, è suscitare curiosità e consapevolezza del processo che ha profondamente mutato la società modenese e il paesaggio urbano, formando una parte fondamentale di città: luoghi di lavoro, abitazioni, servizi sociali, aree verdi, infrastrutture, spazi pubblici e privati di incontro dove prendono vita e forma i progetti personali e il futuro della comunità.

Edifici e spazio pubblico caratterizzano il paesaggio urbano, parte dell’immagine della città, segnano memorie individuali e collettive. La città del ‘900 si fa storia, ridisegna le relazioni tra centro e periferia, vive nel presente, condiziona il futuro.

Per Modena la formazione della “città democratica” nel secondo dopoguerra, è il processo di organizzazione dello spazio per la “città dei diritti”, che oggi si misura con istanze nuove e nuovi contesti economici, sociali e culturali, proponendosi quale luogo privilegiato per nuovi palinsesti urbani, per una nuova idea di città.

L’esposizione è parte di un più ampio progetto fatto di lezioni, convegni, seminari e itinerari guidati. Si collega anche alla mostra al dipartimento di Economia Marco Biagi, dedicata al progetto di restauro e recupero dell’ex Foro Boario dell’architetto Franca Stagi, scomparsa 10 anni fa.

Il progetto complessivo si svolge grazie alla Fondazione Cassa di risparmio di Modena e all’Ibc (Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna) e col sostegno di Bper Banca e Consorzio Attività Produttive di Modena, con la collaborazione della Fondazione Collegio San Carlo.

Ampia la rete delle collaborazioni scientifiche: con Unimore, Dipartimento di Economia Marco Biagi e Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari, Ert Emilia Romagna Teatro, Archivio Architetto Cesare Leonardi, Istituto Storico di Modena, Ordine degli Architetti della Provincia di Modena, Federazione Architetti Emilia Romagna, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Modena, Archivio Storico del Comune di Modena, Biblioteca Poletti, Fondazione Modena Arti Visive, Settori Lavori pubblici e Pianificazione territoriale del Comune di Modena, CambiaMo.

L’impianto culturale del progetto ha come referente il professore Carlo Olmo, tra i maggiori studiosi europei sulla storia della città. La cura della mostra è dell’Ufficio ricerche sulla Storia Urbana del Comune di Modena con la collaborazione di Vanni Bulgarelli, co-curatore del progetto. La parte storica è affidata a Matteo Sintini. Hanno contribuito ai testi Giovanni Leoni e Andrea Giuntini. La sezione dedicata ai parchi è realizzata dall’archivio architetto Cesare Leonardi. Il Dipartimento d’Ingegneria ha creato con l’architetto Claudio Fornaciari la mappa multimediale delle architetture del ‘900.

L’esposizione si articola in sei sezioni che affrontano periodi e temi emblematici della storia delle trasformazioni urbane e architettoniche del Novecento a Modena.

La prima sezione è dedicata alla “Nuova Città” ovvero alla prima espansione e ai primi insediamenti industriali di inizio secolo, segnato dal risanamento della città storica con l’abbattimento di isolati che hanno creato le principali piazze del centro. Segue il ventennio “Tra le due guerre” con un salto di qualità e quantità nello sviluppo urbano. Sorgono fabbriche metalmeccaniche e per la trasformazione dei prodotti agricoli, lo spazio pubblico viene rivisitato e si hanno le prime esperienze di architettura razionalista e di linguaggi dell’epoca fascista, adottati nei numerosi edifici pubblici costruiti.

Le distruzioni della Seconda guerra mondiale sono affrontate nella “Ricostruzione” che viene proposta con i programmi di residenza popolare Ina Casa, i villaggi artigiani e il nuovo tessuto urbanistico disegnato dal Piano di Ricostruzione e poi dal Piano Regolatore del 1958.

Ampia la sezione dedicata alla “Città dei Diritti” che affronta tutta la lunga fase dello sviluppo dei Piani dell’Edilizia Economica e Popolare, dei Piani per gli Insediamenti Produttivi e dei grandi palazzi dei viali che hanno dato nuova forma alla città. La grande rete di servizi e di verde attrezzato con la realizzazione dei parchi collegati alla residenza, con le infrastrutture di servizi ambientali caratterizzano il nuovo paesaggio urbano contemporaneo. Numerosi i progetti di ingegneri e architetti esposti che hanno contribuito all’estetica urbana.

La mostra si chiude con due sezioni più legate al presente: “I luoghi del lavoro” e l’attività del Consorzio Attività Produttive e “Le Sfide”, i numerosi progetti di recupero e riqualificazione urbana che da anni intervengono sulla città del Novecento, e in particolare quelli in atto nell’area dell’ex Mercato Bestiame, parte del Piano periferie dell’area nord e quelli dell’area ex Amcm.

Uno spazio istituzionale è dedicato alle attività che l’Ibc (Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna) svolge nel campo del censimento e della documentazione dei beni architettonici contemporanei e dell’archeologia industriale.

La mostra si completa con quattro videoclip appositamente prodotti e con un video di presentazione prodotto in collaborazione con Ert Emilia Romagna Teatro. Di particolare interesse la mappa multimediale, realizzata dal Dipartimento di Ingegneria UniMoRe con la collaborazione dell’architetto Claudio Fornaciari.

Per l’esposizione è stato realizzato un giornale di mostra. Attestati di partecipazione a richiesta; per gli architetti che visitano la mostra c’è un credito formativo.

La mostra è visitabile gratuitamente da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 19; sabato e domenica dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30; il 24 dicembre dalle 10 alle 12; il 25 e 26 dicembre 2018 e l’1 e 31 gennaio 2019 apre dalle 15 alle 19; il 31 dicembre 2018 e l’1 gennaio 2019 al mattino chiuso; lunedì e martedì chiuso.

Visite guidate sabato 12, 19, 26 gennaio e 9 febbraio alle 10.30 e 11.30, oppure disponibilità su prenotazione.

Informazioni e prenotazioni online (www.cittasostenibile.it). Tel. 059 2033876.
















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