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Via libera al Progetto di fattibilità tecnica per la riqualificazione del Mauriziano

Prosegue l’iter per il recupero e la valorizzazione del Mauriziano, complesso rinascimentale che fu dimora estiva di Ludovico Ariosto a Reggio Emilia. La Giunta comunale ha infatti approvato il Progetto di fattibilità tecnico-economica per il restauro e la riqualificazione dello storico complesso monumentale che comprende, oltre alla casa dell’Ariosto, anche il circostante parco e l’arco trionfale posto sulla via Emilia, e che costituisce un patrimonio di valenza certamente non solo locale tanto da essere stato oggetto di un importante finanziamento da parte del Ministero dei Beni e attività culturali-Turismo (Mibact) nell’ambito del Progetto Ducato Estense.

“Il Mauriziano sarà la ‘porta’ culturale, storica, naturalistica e ludico-ricreativa a est di Reggio Emilia – afferma il sindaco Luca Vecchi – La scelta di inserire la riqualificazione dell’antico complesso del Mauriziano fra i progetti proposti dal Comune al Mibact e poi finanziati dallo stesso ministero nell’ambito del Progetto Ducato Estense ha avuto una valenza duplice e irrinunciabile per la nostra città. Da una parte, non poteva restare escluso dal Progetto nazionale un sito di tale rilievo storico e identitario, frutto della cultura e dell’architettura del Rinascimento, appartenuto, frequentato e amato da uno dei più grandi letterati europei e nostro concittadino, Ludovico Ariosto, che fu massimo poeta della corte Estense e che nella Villa immersa nel verde armonioso del Parco accanto al Rodano scrisse alcune delle sue opere. Dall’altra, il Mauriziano non poteva non rientrare nel programma di riqualificazione, che lo rende ancor più vicino ai cittadini, alle diverse associazioni che da decenni lo animano, a coloro che frequentano le iniziative culturali promosse anche da Comune e Regione. L’approvazione del Progetto di fattibilità tecnica ed economica avvenuto in questi giorni è una verifica e conferma dell’articolato progettuale, che avvicina ulteriormente all’approvazione dell’esecutivo e quindi all’indizione dell’appalto per i lavori, che restituiranno il Mauriziano ancora più accogliente e bello, fra l’altro con la conservazione degli affreschi della villa, il recupero delle caratteristiche originarie dell’arco trionfale sulla Via Emilia, la cura del Parco, la sistemazione dell’accessibilità a cominciare da quella ciclopedonale”.

Il recupero del complesso ha come obiettivo sia restituire alla città un elemento dal forte valore storico e identitario, sia incrementare l’attrattività del territorio in una prospettiva di promozione culturale e di sistema turistico. Il complesso del Mauriziano riveste infatti un’importante valenza strategica, dalla scala di quartiere a quella cittadina e fino a quella di area vasta. Per questo le azioni previste dall’Amministrazione comunale sono finalizzate alla rifunzionalizzazione del complesso e al suo rilancio per creare in questo spazio una nuova centralità per la città e il territorio, realizzando un luogo di incontro e contaminazione tra antiche e nuove vocazioni.

Gli interventi – il cui completamento è previsto per il 2020 con un investimento di 700 mila euro – non si limiteranno pertanto alla sola soluzione di problematiche storicamente intrinseche al luogo stesso, come la manutenzione, l’accessibilità e la fruibilità degli spazi ma saranno volti anche all’insediamento di nuove funzioni e alla ricerca di sinergie con altre realtà culturali e sociali.

Sei sono nello specifico gli spazi oggetto dell’intervento: il parco e l’intero impianto verde, l’arco monumentale posto sulla via Emilia, la villa del Mauriziano o Casa dell’Ariosto, la pista ciclabile e l’area di posteggio, l’ex sede della tintoria.

Rispetto alla riqualificazione dell’area verde, il progetto prevede di avvalersi delle descrizioni e illustrazioni storiche, che indicano con precisione le essenze presenti e le dotazioni del parco, in modo da recuperare le caratteristiche paesaggistiche del luogo. In tal senso verranno riposizionati i labirinti di siepi rinascimentali e verrà recuperata l’antica peschiera per spettacoli ed eventi all’aperto. Previsto anche il ripristino degli alberi mancanti lungo i filari, come ad esempio nel viale che collega l’arco alla villa, la sistemazione del verde esistente e la creazione di idonei impianti di irrigazione e di illuminazione in modo da valorizzare lo spazio facendolo percepire come un luogo sicuro. Tra gli interventi anche la messa in sicurezza delle sponde del vicino cavo Ariolo.

Per quanto riguarda la villa del Mauriziano, che fu appunto casa dell’Ariosto, obiettivo dell’intervento è il restauro scientifico degli apparati decorativi dei cosiddetti tre camerini (Camerino dell’Ariosto, Camerino dei Poeti, Stanza degli Orazi) attribuiti alla scuola di Nicolò dell’Abate e già oggetto nel 2017 di opere di messa in sicurezza volte a fissare temporaneamente la pellicola pittorica da pericolose perdite. A oggi permangono infatti alcune cavillature, cadute e distacchi di intonaci, danni da infiltrazioni d’acqua nelle pareti, nelle lunette e nelle volte sulle quali è necessario intervenire.

Il grande arco monumentale, che di fatto segnala la presenza del Mauriziano a chi transita sulla via Emilia e da cui parte il viale di accesso alla villa, sarà invece oggetto di un intervento di restauro conservativo finalizzato a ripristinarne lo stato di più alta espressività estetica risalente agli anni Trenta del secolo scorso e mantenuta, seppure in cattivo stato, fino a metà degli anni Settanta. In quel periodo nell’arco era infatti visibile l’orditura in mattoni faccia-vista che ora verrà ripristinata tramite rimozione di strati materici e intonaci impropri. Sull’edificio verrà inoltre rifatta la copertura e verranno restaurate le “anfore” in pietra contenute nelle nicchie e le lapidi marmoree presenti nella parte alta dell’arco, in cui è riportata anche la scritta “Mauriziano”.

Per meglio connettere il centro storico della città al Mauriziano e incrementarne quindi l’accessibilità, verrà riqualificato il tratto di ciclabile che corre lungo la via Emilia e che collega la chiesa di San Maurizio e l’ingresso al parco (Arco trionfale). L’intervento, che favorirà anche un miglior collegamento della greenway delle Acque chiare con il parco del San Lazzaro, prevede la costruzione di nuovo tracciato in sede propria a doppio senso di marcia, atto a garantire la sicurezza degli utenti deboli della strada. A oggi infatti il collegamento ciclabile esistente si sviluppa in sede promiscua lungo la carreggiata sud della via Emilia ed è delimitato dalla sola segnaletica orizzontale. Le caratteristiche del traffico, le dimensioni del tracciato e le condizioni di conservazione ne richiedono quindi una revisione complessiva per poter garantire maggior sicurezza e favorirne l’utilizzo. La nuova ciclabile, lunga circa 300 metri e larga 2,5, sarà caratterizzata dalla separazione fisica rispetto alla carreggiata tramite un doppio cordolo e avrà una protezione laterale sul lato che corre lungo il parco.

Sempre in termini di miglior accessibilità all’area, anche in vista della promozione turistica del luogo, l’intervento prevede la riorganizzazione dei posti auto lungo via Pascarella con la creazione di una pavimentazione (oggi assente) con finitura in calcestre e la realizzazione di posti auto riservati ai disabili. Contestualmente verrà installata una recinzione metallica a protezione dell’area di sosta dotata di due nuovi cancelli a delimitazione del parco.

Per quanto riguarda invece i fabbricati sede della ex tintoria, che versano in condizioni conservative molto precarie, in questa fase dei lavori ci si limiterà a un intervento di messa in sicurezza e si procederà al riordino, pulizia e disboscamento delle aree esterne.

IL MAURIZIANO – CENNI STORICI

Il cinquecentesco arco trionfale in cotto a unico fornice, che si incontra a San Maurizio sulla via Emilia, introduce al complesso monumentale del Mauriziano. L’arcata è stata eretta, secondo la tradizione, da Orazio Malaguzzi, morto nel 1583 e a cui si attribuiscono il restauro e l’arricchimento dell’intero complesso. Un viale di oltre 250 metri, fiancheggiato da pioppi, conduce fino al Palazzo del Mauriziano. Il complesso è costituito da due edifici (il palazzo vecchio e il palazzo nuovo “Mauriziano”) residenziali, un complesso di servizio in condizioni molto precarie denominato Ex-tintoria collocato in prossimità della via Emilia e un edificio rurale a porta morta con bassi servizi.

Nonostante le significative ristrutturazioni del Sei-Settecento, il Palazzo nuovo del Mauriziano (già noto come “Casino dell’Ariosto”) mantiene l’impianto volumetrico cinquecentesco che lo collega alla cultura della villa rinascimentale. Si caratterizza infatti per la pianta a base quadrangolare con un salone centrale passante sul quale si fonda l’asse di simmetria dell’edificio, attorno a cui si articolano i vani laterali. A levante un piano rialzato conserva ancora tre ambienti con volta a vela e con capitelli pensili, secondo moduli stilistici di matrice ferrarese, sperimentati in città tra XV e XVI secolo, che sono definite tradizionalmente “stanze ariostesche”, ambienti di piccole dimensioni ma che rispondono alle più raffinate concezioni dell’architettura civile del Rinascimento.

Non è possibile risalire al primitivo complesso edilizio del Mauriziano. La presenza più o meno evidente di finestre archiacute sui prospetti nord e ovest del palazzo vecchio e sul prospetto nord del palazzo nuovo (Mauriziano) fa pensare ad un’origine tardo-medievale del complesso, comunque precedente al 1432 (anno di investitura di Valerio Valeri del feudo di Bazzarola).

Di proprietà dei cugini Malaguzzi la “villam de plantis” (così fu nominato in occasione dell’ingresso di Borso d’Este a Reggio il complesso) ospitò il poeta come residenza estiva tra il 1494 e il 1497 e il 1502 e il 1503: viene citato nella Satira V dove si fa riferimento al vivaio intorno al giardino, al torrente Rodano e al mulino. Nel 1506 nel testamento di Lodovico Malaguzzi si cita la pescheria. Tutti i riferimenti letterari e iconografici descrivono questo luogo come un “podere di spasso” cioè di agio e piacere. La varietà delle essenze arboree, i prati e i frutti e sopratutto l’acqua contribuivano a creare un ambiente idilliaco e ameno. Il verde doveva essere una componente molto importante del complesso essendo esso eminentemente residenza estiva e destinata agli svaghi all’aperto: la caccia, la pesca, lo “stare alla libera”, un luogo eletto da dotti e letterati che trovavano nell’ozio e nella gradevolezza delle abitudini quotidiane il contesto ideale per l’ispirazione della loro arte.

La decorazione pittorica di questi ambienti, databile dopo il 1567, risente dell’influenza di Nicolò dell’Abate. La saletta centrale, nota come Camerino dei poeti, riproduce pittori antichi e moderni seduti sulle cime di un ideale Parnaso, disposti a varie altezze secondo la loro fama, e con l’indicazione dei nomi (spesso cancellati o storpiati per successivi rimaneggiamenti). Nelle lunette della volta è narrata la novella di Griselda, tratta dal Decamerone. La stanza vicina, detta Camerino dell’Ariosto, secondo la tradizione studio del poeta, ha un camino recante lo stemma di Malaguzzi e la data 1432. La decorazione pittorica allude al motivo vedutistico della villa e al suo rapporto con il giardino circostante, nel rimando tra spazio interno ed esterno che rimarrà un genere costante nella tradizione della pittura decorativa. Le pitture dell’ultima saletta, dedicata a Orazio Coclite in aperto omaggio a Orazio Malaguzzi, descrivono in tre riquadri il combattimento fra Orazi e Curiazi, Orazio Coclite al ponte, il magistrato che infligge il chiodo nel tempio di Giove. Le altre pareti sono decorate con paesaggi e scene di rovine romane. I dipinti ad affresco del salone centrale e della sala grande di sinistra sono riferiti alle ristrutturazioni effettuate da Prospero Malaguzzi dopo il 1742 rappresentano episodi salienti della famiglia Malaguzzi.

Nel 1864 il complesso già in decadenza viene acquisito dall’Amministrazione Comunale: esso comprendeva 4461 mq di terreno annesso agli edifici e 120 biolche di terreno coltivabile. Solo negli anni settanta è stato predisposto un programma di recupero degli edifici e delle aree verdi che ospitano attualmente associazioni culturali e artistiche molto attive sul territorio.

Il Mauriziano è anche il luogo simbolo del parco del Rodano che rientra nel sistema dei percorsi culturali e paesaggisti del Ducato Estense.
















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