”L’ unica cosa che ci deve far paura e’ la paura”, dice Roberto Franchini, coordinatore generale del Festival della Filosofia che si e’ aperto oggi a Modena.
”La nostra manifestazione – spiega – col suo tema, la felicita’, e il modo di trattarlo, e’ la risposta di normalita’ positiva alla anormalita’ negativa del terrorismo e paura della guerra”.
Sarebbe grave, in un momento simile, secondo gli organizzatori del festival, che naturalmente si sono posti il problema, chiudere luoghi di incontro e discussione, chiudere le piazze e non far incontrare la gente: ”Il nostro spirito e’ quello di portare certi argomenti e una discussione culturale fuori dalle accademie, per creare un momento di riflessione e confronto, di cui ora tanto piu’ c’e’ bisogno”.
Franchini trova poi che le tre direttive di approfondimento del Festival permettano di affrontare anche i temi caldi di questi giorni in un ‘ottica meno manichea e contingente. ”A Modena si parlera’ di Felicita’ tra pubblico e privato, il che comporta affrontare problemi come quelli del bene comune e della giustizia, che sono appunto di estrema attualita’ – fa notare – A Carpi il tema e’ Felicita’ terrena e ultraterrena, che dovrebbe spingere a interrogarci sulle attese di ognuno oltre la vita, nel campo dello spirito. Infine a Sassuolo ecco la Felicita’ e le altre culture, ovvero l’attualissima dilettica tra la visione del mondo nostra e di altri popoli, religioni e razze, il confronto occidente-oriente e nord-sud”.