I dati Istat relativi alle
esportazioni dell’ Emilia-Romagna dei primi sei mesi del 2001
hanno evidenziato una situazione di rallentamento, apparsa piu’
intensa rispetto ad altre regioni italiane.
La fase di debolezza della congiuntura internazionale – nota
l’ ufficio studi Unioncamre Emilia-Romagna – ha fatto sentire i
suoi effetti soprattutto nei mesi primaverili, e alla luce di
quanto avvenuto negli Stati Uniti, c’ e’ da attendersi una
ulteriore frenata nella seconda parte dell’ anno.
Le
esportazioni dell’ Emilia-Romagna sono ammontate in valore a
29.770 miliardi e 521 milioni di lire, rispetto ai 27.649
miliardi e 119 milioni dell’ analogo periodo del 2000. L’
aumento percentuale e’ stato del 7,7%, a fronte delle crescite
dell’ 11,6 e 12,3% riscontrate rispettivamente nel Nord-Est e
nel resto d’ Italia.
Nel Paese il maggiore aumento tendenziale delle esportazioni
e’ stato registrato nelle regioni meridionali (+14,5%) e
centrali (+12,8%). Nelle rimanenti circoscrizioni gli incrementi
si sono attestati tra l’ 11,1% dell’ Italia insulare e il 12,1%
di quella nord-occidentale. Se si analizza poi l’ evoluzione
delle varie regioni italiane, si ha che l’ aumento piu’
sostenuto ha riguardato le Marche (+27,6%), seguite da Campania
(+24,6%) e Veneto (+15,6%). Quattordici regioni hanno fatto
registrare incrementi piu’ elevati di quello riscontrato in
Emilia-Romagna. I cali sono stati circoscritti alla sola
Calabria (-18,7%).
L’ export dell’Emilia-Romagna – viene ricordato – e’ per lo
piu’ costituito da prodotti metalmeccanici. Nei primi sei mesi
del 2001 hanno caratterizzato circa il 56% del totale delle
vendite all’ estero. Seguono i prodotti della trasformazione dei
minerali non metalliferi e della moda, con quote rispettivamente
pari al 12,0 e 10,3%, precedendo i prodotti agro-alimentari
(8,2%) e chimici (6,2).
Secondo l’ evoluzione dei vari settori di attivita’
economica, la maggioranza dei prodotti e’ apparsa in aumento,
anche se meno intensamente rispetto al passato. Le crescite
percentuali piu’ consistenti sono state rilevate in settori
sostanzialmente marginali, quali l’ estrazione di minerali non
energetici non metalliferi (+33,2%), le macchine per ufficio,
elaboratori ecc. (+29,8%), cuoio pelli e calzature (+27,5%) e i
prodotti legati ad attivita’ professionali (+21,9%). Nell’
ambito degli altri prodotti e’ da segnalare l’ aumento del 18,1%
dei prodotti legati all’ elettricita’ ed elettronica. I cali
sono risultati a carico di settori anche in questo caso
marginali come incidenza sul totale dell’ export, vale a dire i
prodotti della silvicoltura, l’ estrazione di minerali
energetici e non energetici metalliferi, stampa ed editoria,
coke e prodotti petroliferi raffinati, prodotti informatici e
altri prodotti non classificati altrove.
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Reg. Trib. di Modena il 30/08/2001
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