Una delle più note compagnie argentine di tango porta sul palcoscenico del teatro Carani, questa sera alle 21, lo spettacolo “Buenos Aires Tango”, con Anibal Pannunzio, Magui Danni, M.R. Hakimian, C.Hess e D. Esteva. La regia è di Anibal Pannunzio e Magui Danni.
Le origini del tango sono ancora piuttosto misteriose, tuttavia sembra accertata, almeno per il ritmo, una derivazione che affonderebbe le radici nella habanera cubana, a sua volta emanazione di motivi africani portati dagli schiavi in America Latina nel XVIII secolo. Il genere tango fu presto assimilato dagli immigrati europei e nei primi decenni del ‘900 si diffuse a livello mondiale.
Rispetto agli altri generi di ballo, il tango argentino si distingue per il notevole margine di improvvisazione concesso al cavaliere e per la minore rigidità delle regole di presa e posizione, così da configurarsi come una danza libera e imprevedibile, dal carattere forte e trasgressivo.
Abitualmente il tango viene definito come il ballo dell’amore, della gelosia, del tradimento, ma forse la parole di due maestri quali Franco Giombetti e Arianna Storace, ne sveleranno meglio il senso profondo: “Alternativamente, uomo e donna invadono lo spazio del proprio partner, gli fermano o spostano il piede, infilano repentinamente una gamba tra le gambe dell’altro, creano degli incastri che miracolosamente si sciolgono nel giro di una battuta, dei cambi di tensione fra morbide carezze e prepotenti intrusioni in un continuo attirarsi e respingersi pur senza sciogliersi dall’abbraccio. Un tango è una splendida metafora della vita reale di una coppia, ora serena, ora burrascosa, talvolta altalenante.”
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