Il Consorzio Attività produttive è sorto nel 1975 per iniziativa del Comune di Modena e di altri 10 Comuni del comprensorio. Oggi ne fanno parte 12 Comuni: oltre a Modena anche Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Camposanto, Castelfranco, Castelnuovo Rangone, Nonantola, Ravarino, San Cesario sul Panaro, Soliera e Spilamberto.
In totale si è dunque intorno alle 900 aziende insediate di cui 600 nel Comune di Modena. Tornando alla specifica attività del Consorzio il 30 per cento della superficie territoriale (il 41 per cento di quella fondiaria) riguarda il comune di Modena con 151 aziende insediate. E’ in programma l’assegnazione di un altro milione di metri quadrati, metà del quale nel comune di Modena. Qui dovrebbero trovare collocazione altre 200 aziende. Le aree Pip (Piani degli insediamenti produttivi) sono terreni riservati alle attività produttive e ceduti alle aziende a prezzi particolarmente vantaggiosi rispetto alle normali quotazioni di mercato. Il prezzo medio di vendita dei lotti è di 210 mila lire al metro quadrato, comprensivo degli oneri di urbanizzazione (la concessione edilizia è gratuita). Da questo punto di vista i Piani degli insediamenti produttivi hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’economia modenese con indubbi vantaggi per le imprese. Indirettamente, l’offerta di aree a prezzi particolarmente competitivi ha svolto un’azione calmieratrice anche sul libero mercato. L’utilizzo delle aree è regolato da convenzioni che stabiliscono i vincoli, la durata, le tariffe al metro quadrato nei diversi Comuni che aderiscono al Consorzio. Il Comune di Modena ha avviato una politica di attuazione delle aree produttive già dalla fine degli anni Cinquanta, anticipando la legislazione nazionale del 1971.
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