E’ nelle province di Treviso,
Vicenza, Belluno e Sassuolo che si riscontrano le iniziative piu’ interessanti in Italia sul fronte dei controlli ambientali e sull’ introduzione di tecnologie pulite nei distretti industriali. E’ una delle con conclusioni cui giunge il terzo Rapporto Ecodistretti 2002 di Legambiente, svolto in collaborazione con PadovaFiere e Club dei Distretti industriali, sulla diffusione dell’innovazione e della qualita’ ambientale nei distretti produttivi italiani.
Il Rapporto e’ stato
presentato oggi alla Fiera di Padova, nel corso della conferenza stampa per Sep pollution, il Salone internazionale biennale delle eco-tecnologie e dell’energia, in programma alla Fiera di Padova dal 20 al 23 marzo.
I ricercatori di Ambiente Italia hanno analizzato la diffusione delle tecnologie ecocompatibili (dall’impiantistica ambientale ai consorzi di fornitura e razionalizzazione dell’ energia, dalla diffusione della certificazione ambientale ai marchi ambientali di prodotto) in 47 distretti produttivi italiani, con 65mila piccole e medie imprese che occupano 500mila addetti. Ne risulta un quadro ancora statico, ma con elementi positivi, come l’aumento delle certificazioni ambientali Iso 14000 e degli accordi volontari tra imprese ed enti di controllo. Rilevata pero’ anche la scarsita’ dei controlli: di 35 autorita’ (Arpa regionali e Province) interpellate dai ricercatori, solo 12 hanno fornito informazioni sui controlli effettuati e solo 5 hanno mostrato di avere sistemi di verifica sistematici delle soluzioni di riduzione dell’inquinamento delle aziende.
I risultati piu’ interessanti sono stati riscontrati, ha detto Roberto Cariani del pool di ricerca che ha stilato il rapporto Ecodistretti, nei distretti di Arzignano (Vicenza) attivo nella concia, in quello di Cadore-Belluno per l’occhialeria, in quello di Treviso per i mobili e il legno e in quello di Sassuolo per la ceramica. ”Questi enti di controllo – ha aggiunto – si segnalano per il mix di controlli e ispezioni in azienda, monitoraggio ambientale, verifiche sulle materie prime utilizzate e sui fattori di emissioni e per studi di settore”.
Ma e’ in particolare la Provincia di Treviso, sostiene la ricerca di Legambiente, a rappresentare ”un caso che potrebbe essere preso ad esempio da molte autorità di controllo” per la politica adottata sul locale distretto del mobile. Ultima valutazione positiva del Rapporto, relativa sempre al Veneto, il distretto vetrario di Murano a Venezia, grazie alle tecnologie pulite avviate e all’impegno della Stazione sperimentale del vetro nell’assistere le imprese per l’introduzione di sistemi di recupero del calore dai forni di fusione: si tratta, e’ rilevato nel rapporto, di una delle poche esperienze distrettuali in Italia di razionalizzazione dei consumi energetici.
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