Nelle motivazioni della sentenza con la quale Pavarotti è stato assolto dall’accusa di dichiarazione infedele dei redditi, il giudice di Modena, Carla Ponterio, ha avuto parole aspre per la condotta di big Luciano.
Il tenore
“ha trasferito la sua residenza anagrafica in un paradiso fiscale e che conta i giorni di permanenza negli Stati Uniti per non rischiare di dover ivi pagare le imposte sui redditi mondiali, incompatibile con una descrizione dell’artista distante e scevro da interessi materiali. La sua condotta e le sue scelte non paiono per niente affidate al caso, anzi sembrano, almeno in parte, sorrette da strategie mirate e non proprio nobili”.
Pavarotti è stato assolto perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato. Il pm Manfredi Luongo aveva chiesto una condanna a 18 mesi. Pur prendendo la residenza fiscale nel Principato di Monaco, Pavarotti “non ha soltanto – scrive il giudice – mantenuto e curato i suoi interessi patrimoniali in italia, attraverso investimenti finanziari, immobiliari, attraverso partecipazione attiva alle società, anche sotto forma di cospicui finanziamenti, ma ha conservato e coltivato i suoi rapporti familiari e sociali”. Spetterà ora alla Procura generale di Bologna decidere se impugnare o meno la sentenza in appello.