Più sicurezza per medici e malati
durante gli interventi chirurgici con la ‘scatola nera’, e con
il ‘responsabile della sala operatoria’. Sono queste le proposte
principali presentate al convegno ”Organizzazione, gestione e
ottimizzazione delle sale operatorie” organizzato a Bologna presso l’ospedale Maggiore.
La ‘black box’ è un letto operatorio completamente
informatizzato, capace di registrare tutti gli elementi vitali
del paziente sotto i ferri. Un prototipo di questa nuova
tecnologia, che gli americani chiamano ‘mistakes reporting’, è
stato messo a punto proprio all’ ospedale Maggiore di Bologna.
Dal convegno, promosso dall’ Accademia di Medicina e
patrocinato dall’ Azienda Usl di Bologna, che ha visto la
partecipazione di 400 esperti della sanità pubblica e privata,
è stata lanciata la proposta di una nuova figura professionale,
il responsabile della sala operatoria, come esiste in Francia e
Usa. ”Purtroppo le sale operatorie diventano il luogo dove
possono avvenire errori di vario genere con conseguenze gravi
per sanitari e malati – spiega un responsabile dell’ospedale bolognese – Non si tratta di
cercare un colpevole di qualche distrazione, ma di ottimizzare
il processo organizzativo”.
Ogni anno gli italiani si sottopongono a tre milioni di
interventi chirurgici in mille strutture sanitarie pubbliche e
private. La cronaca registra spesso gli errori, a volte fatali,
che avvengono nelle sale operatorie: garze, pinze e cateteri
‘dimenticati’ nell’ addome dei pazienti, infezioni contratte
durante l’ intervento, errori nella somministrazione di farmaci
o gas anestetici. Gli errori umani, secondo i dati diffusi al
convegno, costituiscono l’ 80% delle cause di errore in sala
operatoria; alla radice di questi errori – è emerso – è quasi
sempre presente un problema organizzativo, il più diffuso dei
quali è la mancanza di controllo.