Le partecipazioni di BNP Paribas in Vivendi Universal e in Vivendi Environnement non determinano situazioni ostative allo svolgimento dell’incarico di Advisor conferito dal Comune di Modena alla banca francese come consulente finanziario nella prossima quotazione in borsa di Meta.
La precisazione è del sindaco Giuliano Barbolini che ieri, in Consiglio comunale, ha risposto ad una interrogazione del capogruppo di Forza Italia, Giorgio Barbolini, tesa a sapere se l’interesse mostrato dalla società Vivendi alla procedura per la selezione di un partner industriale di Meta non generasse un conflitto di interessi. Avvalendosi dell’autorevole parere legale dello studio Chiomenti, Barbolini ha poi ricordato – così come recita il parare – che tutte le grandi banche d’affari – e BNP Paribas è la prima banca europea dell’area Euro e tra le prime 10 nel mondo per capitalizzazione – hanno partecipazioni incrociate. Il fatto che Bnp possieda i lo 0,22% di Vivendi Universal e lo 0,10% di Vivendi Environnement non produce incompatibilità, tanto più se si considera che Bnp non ha nominato alcun rappresentante negli organi sociali di Vivendi e che non esiste alcun patto sindacale o di intesa tra le parti. Il parare poi conclude ribadendo che i possessi azionari di Bnp Paribas in Vivendo non configurano alcuna ipotesi di controllo, collegamento societario o influenza dominante, dunque non si vedono situazioni ostative all’incarico dato a Bnp. Prendo atto del parare tecnico dello studio Chiomenti, ha replicato il capogruppo di Forza Italia, Giorgio Barbolini. Resta il fatto, ha però subito aggiunto, che in sede di informativa al Consiglio i rappresentanti di Paribas nulla dissero sulle partecipazioni della propria Banca in Vivendi.
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