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Fisco: rimborsi iva, arresti anche nel modenese

Diciannove persone – imprenditori, soci di aziende, professionisti – sono state arrestate dalla
Guardia di Finanza di Caserta, su provvedimento del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, tra Napoli, Caserta, Latina, Frosinone, Roma e Modena, perchè sono ritenute appartenenti ad una organizzazione accusata di avere sottratto ingenti risorse alle casse dello
Stato, utilizzando il sistema dei rimborsi in materia di Iva.


Si tratta di un altro filone delle indagini che, nell’
ottobre di due anni fa, portarono all’emissione di 46 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di imprenditori della provincia di Caserta. Questi ultimi, guidati da commercialisti esperti in materia ed avvalendosi della complicità di Funzionari dell’ Ufficio Iva di Caserta, competente all’ istruttoria delle domande di rimborso,
riuscirono ad incassare circa 87 miliardi di vecchie lire su un totale di oltre 171 miliardi richiesti come rimborsi. La truffa avveniva attraverso la costituzione di imprese fantasma e l’utilizzazione di imprese già esistenti; l’ organizzazione predisponeva falsa documentazione fiscale dalla quale faceva fittiziamente risultare crediti Iva inesistenti, richiedendone successivamente il rimborso. Il monitoraggio della posizione di alcune società, comunque sospette, ma non risultate coinvolte nella prima fase delle indagini, hanno portato la GdF ad accertare che alcune società
già riconducibili ai soggetti indagati, dopo la sostituzione dei soci, erano state trasferite nella provincia di Roma. E in questa provincia sono risultate trasferite anche le sedi di alcune società costituite a Cantù, non emerse all’ epoca delle
indagini effettuate presso la Concessionaria Riscossione Tributi di Varese perchè non avevano ancora richiesto rimborsi. Le Fiamme Gialle sono così riuscite ad individuare 28 società distribuite nella zona di Roma che avevano richiesto rimborsi Iva per 2.800.000 euro. Successivamente, dagli incroci informatici sulle banche dati disponibili, la Guardia di Finanza ha individuato altre 40 società con sedi a Caserta, Avellino e Napoli non operative e verosimilmente riconducibili alla medesima organizzazione, che avevano richiesto altri rimborsi
Iva per 2.800.000 euro. La presenza nelle società di persone già indagate nel primo filone delle indagini ed anche di persone già indagate
nell’ambito del procedimento penale avviato dalla procura della repubblica di Varese, hanno consentito nel dicembre dello scorso anno alla Guardia di Finanza di Caserta di raccogliere elementi di prova nei confronti di una parte dei soggetti sospettati di far parte dell’ organizzazione e di depositare una informativa di reato con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata
alla realizzazione di truffe in danno dello Stato.
Il pubblico ministero del tribunale di S. Maria Capua Vetere, Carmine Renzulli, ha chiesto al Gip del Tribunale l’ emissione di 40 misure cautelari nei confronti delle persone segnalate dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza. Per 19 dei 40
indagati, il Gip del tribunale di S. Maria Capua Vetere ha emesso provvedimenti restrittivi. Due di queste ordinanze sono state eseguite nei confronti di Cosimo Cinque, 56 anni, nativo di Palermo ma domiciliato a Ravarino (MO) e di Paola Simonini, 38 anni, di Ravarino (MO).

















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