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Ai palermitani l’oscar dei più ‘lenti a tavola’

C’è una divisione netta tra le abitudini alimentari degli italiani che, secondo una ricerca, stanno a tavola forse troppo a lungo se risiedono al Sud, e
invece forse si trattengono troppo poco al Nord. Il periodico ”Dimagrire” ha analizzato le abitudini alimentari di 600 italiani (55% donne; 45% uomini) tra i 20 e i 55 anni, equamente divisi per capoluoghi di residenza.


Uno dei punti al centro della ricerca ha riguardato il tempo che, mediamente, viene ”speso” per i pranzi. I risultati sono stati, ad avviso degli esperti, molto significativi anche della ”cultura” dello stare a tavola. Quindi, ai milanesi va la palma dei più sbrigativi, perchè, cronometro alla mano, per
pranzare utilizzano mediamente solo 18 minuti. Cioè ben 42 in meno rispetto ai palermitani, per i quali, evidentemente, il pranzo è quasi un rito, da celebrare lentamente, senza farsi condizionare dal lavoro o dalla fretta. Il parametro chiamato ”tempo di permanenza a tavola” è sotto ai 30 minuti al Nord (25 minuti a Torino e 20 a Padova), intorno alla mezz’ora al Centro (27 a Firenze, 30 ad Ancona, 35 a Roma). Stando alle risposte date a ”Dimagrire”, tra i motivi a base del diverso tempo utilizzato per pranzare un posto importante spetta alla ”tipologia” del piatto ideale che, al
Sud, deve essere abbondante (24%), saporito (22%) e soprattutto ”lento” (27%). Per il 7% deve essere ”leggero” o ”frugale” (4%). Al Nord solo il 9% degli intervistati ha risposto ”abbondante”, mentre il 24% lo vuole ”veloce” e ”leggero”
(19%), anche se il 20% non rinuncia ad un pasto ”saporito”. Tra queste due ”filosofie” in mezzo c’è quella di chi risiede al Centro Italia, che individua in punto di equilibro in un pranzo abbastanza lento, ma, comunque, leggero. A leggere e interpretare le risposte raccolte dagli esperti di ”Dimagrire”, ci sono più Italie anche nel numero dei pasti che al Sud sono tre o quattro (e il 19% degli intervistati addirittura supera questa soglia, aggiungendo agli appuntamenti canonici anche qualche spuntino). Stare più o meno tempo a tavola alla fine potrebbe tradursi anche in un aumento di peso. Quale le reazioni davanti al
responso della ”bilancia”? Al Nord scatta subito l’ iscrizione ad una palestra (22%) o si apporta qualche modifica al regime alimentare (18%). Al Sud, invece, uno su quattro si guarda bene dal preoccuparsi, mentre solo il 13% comincia a fare moto e appena il 4 % modifica il proprio regime alimentare. Anche sul numero delle portate ci
sono piu’ ”Italie”. Al Sud un pranzo non è veramente tale se non ha almeno tre portate per il 31%. Al Nord, invece, le percentuali scendono, tra chi propende per una (19%) o due (35%) portate.

















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