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Assistevano bisognosi ma sottraevano fondi

Ventidue persone, 12 uomini e dieci donne, sono state denunciate dalla Guardia di Finanza alla
Procura della Repubblica di Reggio Emilia per appropriazione indebita aggravata: si tratta di fondatori e operatori di un’associazione di trasporto per anziani e disabili che, secondo le indagini, avrebbero distratto fondi ”abusando della fiducia in
loro riposta dai donanti”.


Le indagini delle Fiamme Gialle sono cominciate più di un anno fa: l’associazione, con sede nel centro della città emiliana e risultata priva dei requisiti per l’iscrizione all’anagrafe delle Onlus, ha per motto ‘Aiutateci ad aiutarvi’ e raccoglieva donazioni dai cittadini reggiani, contattati via telefono, al fine di fornire ai più bisognosi trasporti gratuiti per visite mediche, terapie o spostamenti di altra
natura, nonchè per ricevere e donare carrozzine per disabili.

In pratica, ‘volontari’-telefonisti contattavano i reggiani illustrando gli scopi dell’ associazione e richiedendo una
donazione in denaro che sarebbe stata utilizzata integralmente per il sostentamento dell’associazione e per l’acquisto e la manutenzione degli automezzi necessari al trasporto delle persone. I telefonisti spiegavano anche che l’associazione si avvaleva di personale volontario non retribuito.

Gli accertamenti dei finanzieri del Nucleo di polizia tributaria hanno permesso invece di scoprire che venivano
corrisposte abitualmente somme di denaro per remunerare l’attività di ‘volontariato’ prestata da varie persone come telefonista, fattorino o autista, distraendole dalle finalità assistenziali. Esisteva perfino un vero e proprio tariffario: il fattorino incaricato di ritirare le donazioni in denaro nelle
abitazioni dei cittadini percepiva una somma pari al 20-40% della donazione, mentre un altro 20-35% spettava al telefonista. Quote fisse erano previste per altri incarichi: all’autista incaricato del trasporto delle persone bisognose venivano corrisposti 8 euro per ogni trasporto urbano, 16 euro per quello
extraurbano. Uno di questi è riuscito a incassare dall’associazione, abbinando all’attività di autista anche quella di fattorino, oltre 27.000 euro in poco più di due anni.

I finanzieri hanno anche appurato che con i proventi della raccolta delle offerte il presidente dell’ associazione ha
acquistato un’auto, poi immatricolata a nome proprio. La vettura è stata effettivamente utilizzata per il trasporto delle persone bisognose, ma questo – rilevano le Fiamme Gialle – non toglie che, in caso di scioglimento o cessazione dell’associazione, l’automezzo rimanga di proprietà del presidente, mentre se fosse stato intestato all’associazione avrebbe dovuto – nello stesso caso – essere devoluto ad altre associazioni di
volontariato che operano nel settore.

Secondo le indagini, poi, alcuni trasporti sono stati
effettivamente svolti, senza spese per i trasportati, ma l’attività dell’ associazione veniva sospesa nei mesi di luglio e agosto, cioè proprio quando le necessità di invalidi e anziani tendono ad aumentare. In alcuni casi erano invece i telefonisti
a non rispondere alle chiamate o a fornire risposte evasive alle richieste di assistenza.

Nomi, ruoli e importi percepiti dai denunciati sono stati ricostruiti attraverso l’esame certosino di documentazione, appunti, elenchi di nomi e numeri di telefono trovati nel corso delle perquisizioni nella sede dell’ associazione e nell’abitazione del presidente. Altre informazioni sono state
ricavate da cittadini che avevano fatto donazioni e da alcuni collaboratori. Uno di questi, in particolare, sarebbe entrato in contatto con l’associazione dopo la pubblicazione di un’inserzione fra gli annunci economici di un giornale: il giovane, alla ricerca di un impiego come autista o fattorino, è stato
poi contattato dal presidente dell’associazione di volontariato e ha cominciato così il suo lavoro.

















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