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Castellarano: da domani 34a Festa dell’uva

La tradizionale Festa dell’Uva, giunta quest’anno alla 34° edizione, rappresenta un’importante manifestazione storico-culturale che permette di animare e far conoscere l’antico Borgo medioevale di Castellarano.

Quest’anno la Festa avrà in calendario, oltre alle numerose iniziative ormai collaudate, tre nuovi appuntamenti: il Corteo Storico il sabato sera alla luce delle torce; la visita alla storica Rocchetta recentemente restaurata, che ospiterà la mostra di un importante pittore fiorentino, Giuliano Ghelli; la visita alla Torre dell’orologio dove sarà esposta la mostra di antiche fotografie dal titolo “Castellarano nel cassetto”, che invita a fare un tuffo nel nostro passato più recente per mantenere la memoria storica nel tempo.

Tutto ciò sarà occasione per ammirare il recupero del nostro Centro Storico attraverso una serie di azioni promosse dall’Amministrazione Comunale per valorizzare al meglio il patrimonio architettonico e storico-culturale, riconosciuto come il più singolare della ProvinciaLa Festa dell’Uva organizzata dalla pro-loco in collaborazione con gli assessorati alla cultura e all’associazionismo è frutto dell’impegno di numerosi volontari e di diverse associazioni che, con la loro disponibilità permettono che ogni anno la manifestazione si arricchisca di proposte.

Appuntamento a Castellarano l’11, 12, 13, 14 settembre 2003
Per dettagli sul programma consulta 2000 appuntamenti


LA RAPPRESENTAZIONE STORICA
:
Primo Rinascimento a Castellarano – 1500/1600
Fedeli alla tradizione inaugurata negli anni ’90 di modificare ad ogni rappresentazione il copione del Corteo Storico, quest’anno assisteremo ad una rievocazione romanzata, ambientata nel primo Rinascimento.
E’ questo un periodo ricco di avvenimenti storici importanti, ma anche di eventi tristi che si abbattono sul nostro territorio: terremoti, alluvioni, carestie dovute alla siccità, invasioni e violenze che rendono ancora più grama la vita della piccola comunità di circa 500 anime. Nel 1501 il Marchese Sigismondo d’Este ottiene l’investitura del feudo di Castellarano, San Martino, Campogalliano e i successori della linea degli Este-San Martino domineranno su Castellarano, tra alterne vicende, fino al 1758.
Due eventi importanti, che rivelano il forte valore della fede in questo periodo, sono l’incarico che nel 1517 Jacopo Sacrati, signore di San Valentino, affida al celebre pittore ferrarese Benvenuto Tisi, detto il Garofalo, di dipingere la pala d’altare della pieve del luogo, dove tuttora si trova, e la costruzione, nel 1543, del primo oratorio di Campiano, in luogo della Maestà in cui era conservato il sasso su cui è dipinta la Madonna col Bambino, ora nell’abside del Santuario.

Nel XVI secolo il Canale di Reggio, vitale per la città, continua ad essere oggetto di scontri fra Modena e Reggio finchè, nel 1545, si giunge ad un nuovo accordo fra la città e Castellarano per cui il Comune si assume in perpetuo l’incarico di mantenere efficienti le chiuse e in buono stato il canale. In cambio Reggio cede 13 biolche di terra fuori Santa Croce e versa ogni anno 25 scudi d’oro.
Per un breve periodo, dal 1557 al 1559, Sigismondo d’Este II viene privato del feudo e la Rocca viene in parte abbattuta dagli Spagnoli in lotta col Duca di Ferrara.

Nel 1558 truppe francesi dirette in Toscana passano da Castellarano senza colpo ferire; la popolazione attribuisce il merito di questo scampato pericolo alla Madonna di Campiano e decide di erigere un oratorio più grande con tre altari e un campanile. L’anno successivo avviene la pacificazione fra il Duca di Ferrara ed il Re di Spagna, e Sigismondo II d’Este riottiene il feudo di Castellarano, Campogalliano, San Martino. I Castellaranesi accolgono con gioia il suo ritorno, accendendo fuochi sulle colline e suonando le campane.
Non è stato inserito in ordine cronologico, perché merita un’attenzione particolare, un evento che riguarda la figura di maggior spicco a Castellarano: il Cardinale Domenico Toschi.

Nasce nel 1535 dal notaio Giovanni Battista e da Onesta Bardiani, provenienti da Firenze, si trasferiscono poi a Pigneto, a Tressano ed infine a Castellarano.
Nel 1551, il Toschi viene mandato a proseguire gli studi a Roma, per poi iscriversi all’università di Pavia e, nel 1562, dopo essersi laureato in giurisprudenza, entrare al servizio del Marchese Filippo a San Martino. In seguito lo troviamo al servizio del Cardinale Pier Donato Cesi a Roma e di Ferdinando De’ Medici a Firenze.
Nel 1592, il Papa Clemente VIII lo chiama a Roma poiché per la sua competenza in giurisprudenza era conosciuto come mente brillante e lingua efficace.
Nel 1595 viene nominato Vescovo di Tivoli e Governatore di Roma e, quattro anni dopo, diviene Principe della Chiesa: Cardinale di San Pietro in Montorio.

Nel 1605, partecipa a due conclavi: nel primo viene eletto Leone XI, che muore quasi subito; nel secondo, pur essendo favorito, non viene eletto per l’opposizione del Cardinale Boromio che contesta il suo linguaggio poco consono ad un Papa. Viene eletto invece Paolo V e il Cardinale Toschi inizia, nello stesso anno, la pubblicazione della sua opera in otto volumi sulle pratiche di diritto, che ebbe diffusione in Italia e in Europa.
Non dimenticò mai il suo paese natio per cui finanziò diverse opere. Morì a Roma nel 1620, all’età di 85 anni, e fu sepolto nella chiesa di San Pietro in Montorio.

















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