Ogni 21 minuti le varie trasmissioni delle diverse reti televisive italiane ci regalano una bella “parolaccia”, una scelta che sette esperti su 10 attribuiscono al deliberato obiettivo di alzare l’audience, alla ricerca della complicità con lo spettatore.
E’ quento emerge da uno studio della società Eta Meta Research che ha intervistato 130 tra psicologi, pubblicitari e linguisti, e ha condotto un monitoraggio delle reti nazionali per individuare ogni quanti minuti, in media, viene pronunciata un’espressione volgare.
“A preoccupare, come sostengono gli esperti intervistati, è l’atteggiamento di ilarità con cui vengono accolte le parolacce, cosa che crea una sorta di complicità con lo spettatore, contribuendo a far entrare a tutti gli effetti le parolacce nel linguaggio comune”.
Sette intervistati su 10 (73%) non hanno dubbi: è troppo volgare – si legge nel comunicato – Ma a destare allarme negli esperti, oltre a corpi mezzi nudi e alle diverse tipologie di volgarità, sono soprattutto “le parolacce” (58%) e “i gestacci” (43%), anche perché “a dirle sono spesso personaggi famosi, che vengono presi a modello”, dice il gruppo di ricerca.
Anche le frasi piene di doppi sensi sono viste come un pericolo dal 39%, e disturba pure il frequente e smisurato ricorso alle “espressioni dialettali” (31%). Solo il 13% si lamenta invece delle volgarità legate agli sketch e ai doppi sensi dei comici (13%), prosegue la nota.
Per più di sette esperti su 10, insomma, questo abuso di volgarità, sarebbe una scelta ragionata dei responsabili dei programmi. Solo per il 13% va vissuta solo come “lo specchio dei tempi”.
I più colpiti da questa presunta ondata di volgarità sono soprattutto i bambini e gli adolescenti, sottolinea il 37% degli esperti.