Treni in ritardo ed affollati, manutenzione insufficiente, mancanza di personale che si ripercuote su tutto il servizio, biglietterie chiuse in molte stazioni. E’ lungo l’elenco delle carenze nel servizio ferroviario che la Cisl denuncia, invitando le istituzioni, soprattutto la Regione, a farsi carico di un ruolo più incisivo nel rinnovo del contratto con Trenitalia che scade a fine anno.
Su tutto spicca – hanno spiegato i dirigenti della Cisl – la carenza di personale. Meno 27 macchinisti in Emilia-Romagna (meno 50 dall’ aprile 2004), meno 25 capitreno (altre 13 uscite nel 2004), meno 16 unità di personale nell’ officina manutenzione. Non bastano – ha fatto eco Giustino Montesarchio (Fit) – le assunzione programmate di 20 macchinisti (saranno operativi dopo 30 mesi di formazione). Di questo passo nei primi mesi di gennaio saranno costretti a sopprimere dei treni e “si parla di contratti per il personale già andato in pensione” per far fronte ai buchi di personale. Altro capitolo dolente è quello delle biglietterie chiuse in stazione, coma a Fidenza, dove si parla di chiusura completa, mentre per la notte a Bologna nella fascia 23,30-5,30 la chiusura attuata dal 10 novembre è stata interrotta il 21 su pressione della Cisl, in attesa di affrontare il problema in una trattativa con tutto il sindacato. Per la Cisl l’idea di chiudere a Bologna di notte sia le biglietterie che l’ ufficio informazioni che l’ ufficio assistenza clienti significa un abbandono totale che non “può che dare una pessima immagine per il cliente che arriva o vuole partire”.
Quanto alle carrozze chiuse su convogli affollati, il sindacato fa notare che un capotreno è responsabile di quattro carrozze e quindi se si trova da solo chiude quelle eccedenti per non correre guai. E’ una regola prevista dal Contratto nazionale di lavoro. La colpa per la Cisl è dunque di Trenitalia che non assegna a quel convoglio almeno due capotreno.
Alessandro Alberani, segretario bolognese della Cisl, chiede alle istituzioni, Provincia e Comune, di assumere un ruolo più attivo in questa vicenda e alla Regione di negoziare un contratto di servizio (scade a fine anno) che non si limiti a fissare le quantità ed i ritardi massimi dei treni, ma preveda vincoli precisi sul personale per garantire in modo concreto quel servizio che viene promesso.