Domani un treno percorrerà, per la prima volta con passeggeri a bordo, il ricostruito collegamento tra la stazione Piccola e quella centrale, realizzato parte in galleria e parte su viadotto.
L’inizio della progettazione della trasformazione della Modena-Sassuolo in linea ferroviaria leggera di collegamento metropolitano risale a diversi lustri fa, anche se sono più di 120 anni (per l’esattezza dal primo aprile 1883) che il treno collega il capoluogo con Sassuolo e dal settembre 1932, con l’elettrificazione, proprio partendo dalla stazione che tutti i modenesi conoscono come Piccola.
Dal 1970 questa linea è rimasta poi l’unica a congiungere via strada ferrata il capoluogo con la provincia, essendo negli anni state soppresse le tratte per Finale, Mirandola, Vignola: la Modena-Sassuolo fino al 1976 è stata gestita dalla Sefta e poi dall’Atcm, che ha iniziato il suo recupero e la sua riqualificazione, innanzitutto con il rinnovo del materiale rotabile, poi approntando i progetti preliminari di quello che comunemente viene oggi definito Gigetto.
La soluzione definitiva è stata individuata nel 1998: un sottopasso che permetta di scavalcare via Vignolese e viale Moreali, una fermata sotterranea a sei metri di profondità a servizio del Policlinico e la risalita in superficie all’altezza di via Pelusia, dove sono state installate barriere antirumore fino a via Divisione Acqui. Da qui si abbandona il vecchio tracciato della tratta Modena-Mirandola per salire sul viadotto lungo 750 metri che scavalca la ferrovia Bologna-Milano e poi scende a fianco della stessa, entrando nella stazione delle Ferrovie dello Stato (ora RFI) dal nuovo binario 7.
Presto poi si interverrà sulla linea Modena-Sassuolo per qualificare le fermate esistenti e crearne di nuove, a Baggiovara e in città, mentre sono già stati costruiti nuovi ponti sui canali Cerca e Fossa e approntata la nuova linea elettrica e di segnalamento su tutto il tracciato.
I lavori sul collegamento che si inaugura domani, lungo circa 3500 metri, sono stati eseguiti dal Consorzio Cooperative Costruzioni e sul tratto coperto del tracciato verrà presto costruita una pista ciclabile. Quest’opera è stata realizzata utilizzando esclusivamente fondi pubblici, resi disponibili anche dall’Accordo di Programma firmato al momento del via libera al passaggio dell’Alta Velocità sul nostro territorio.
La linea Modena-Sassuolo, che nel 2002 ha trasportato circa 250 mila passeggeri, dal 26 di gennaio arriverà così a venti chilometri di lunghezza e sette stazioni, e prevederà 38 corse, 19 per ciascuna delle due direzioni di marcia, che avranno una frequenza di trenta minuti circa nelle ore di punta e di sessanta minuti circa nelle altre, dalle 5.30 alle 21, festivi esclusi. Nuove corse saranno poi aggiunte dal primo di marzo.
Nei prossimi anni l’intenzione è quella comunque di portare le corse a 50 e di acquistare nuovi e moderni treni, più veloci e comodi. Inoltre, assieme alla Regione Emilia-Romagna, Atcm sta valutando l’ipotesi di estendere il servizio fino a Carpi, che sarebbe collegata così direttamente a Sassuolo senza soluzione di continuità.
L’ingresso della Modena-Sassuolo nella stazione centrale di Modena è stato reso possibile come detto grazie ad una serie di interventi realizzati da RFI, Rete Ferroviaria Italiana, la società dell’infrastruttura del Gruppo Ferrovie dello Stato. In particolare è stato costruito il nuovo binario 7 e sono stati adeguati tutti gli apparati funzionali alla circolazione in sicurezza dei treni. Il nuovo binario, servito da un marciapiede lungo 250 metri e completo di pensilina, è raggiungibile da entrambi i sottopassaggi della stazione (quello lato Bologna e quello lato Milano).
Il primo è stato poi appositamente prolungato di 16 metri ed entro il mese di marzo un ascensore al servizio del sottopassaggio lato Modena consentirà anche qui il superamento delle barriere architettoniche. I lavori, iniziati a giugno, hanno richiesto un investimento complessivo da parte di RFI di circa 2 milioni e 100mila euro.