Pur essendo tra le prime per
volume di fatturato le poste emiliano-romagnole versano in una situazione occupazionale e organizzativa di totale emergenza e in particolare a Reggio Emilia, Modena, Rimini e provincia di Bologna.
Lo ha fatto presente con un’interrogazione alla Giunta della Regione Leonardo Masella (Prc) alla quale chiede ”come intenda risolvere la disastrosa situazione che ha investito le Poste dell’Emilia-Romagna, a salvaguardia dei diritti dei lavoratori interessati e della qualita’ dei servizi”.
Numerose le criticita’ stigmatizzate dal capogruppo del Prc, ovvero 136 zone di recapito scoperte e 167 colpite dall’assenza prolungata dei portalettere, file agli sportelli, presenza in ufficio oltre l’orario e aumento delle ore di straordinario, carichi enormi (fino a 140 kg) di corrispondenza da consegnare da parte dei portalettere. Di fronte al calo del personale, che dall’ottobre 2002 a oggi e’ passato da 12.700 a 9.800 unita’, e a un fabbisogno reale di 500 nuove assunzioni ”l’azienda – ha dichiarato il consigliere – si dotera’ solamente di 46 lavoratori interinali, con un ulteriore peggioramento dei servizi erogati”. Infine, ha denunciato Masella, le Poste avrebbero annunciato di voler chiudere il Centro scambi internazionali di Bologna, che occupa 8 6 persone ed e’ tra i piu’ efficienti e produttivi del Paese.