Verificare in che modo e in quale misura l’insieme delle politiche attuate dall’ente pubblico contribuisce alla promozione della parità tra uomini e donne e al miglioramento della condizione femminile. E’ l’obiettivo del Bilancio di genere della Provincia di Modena che verrà presentato questo pomeriggio alle 15, nella sala del Consiglio provinciale, nel corso di un convegno che sarà aperto dall’intervento dell’assessore alle Pari opportunità Morena Diazzi.
“Quella modenese è una delle prime esperienze concrete a livello nazionale – commenta Morena Diazzi – e rappresenterà uno strumento per rendere più trasversali, trasparenti ed efficaci rispetto al genere le politiche che l’amministrazione provinciale quotidianamente promuove e che devono avere come obiettivi l’equità, per ridurre le disuguaglianze, l’efficienza, per la qualità dei servizi, e la trasparenza, per rendere comprensibili le scelte a cittadine e cittadini”.
Il Bilancio di genere della Provincia di Modena sarà illustrato nel dettaglio dalle curatrici Tindaro Addabbo (Università di Modena e Reggio Emilia) e Mirella Dalfiume (Rso), mentre interverranno anche le assessore alle Pari opportunità della Provincia di Genova e dei Comuni di Modena e Carpi dove sono in corso esperienze analoghe.
Alla tavola rotonda, coordinata dalla giornalista Paola Minoliti, intervengono: l’assessore al Bilancio della Provincia di Modena Stefano Vaccari, la responsabile delle Politiche per le pari opportunità della Regione Paola Bosi, la presidente del Centro documentazione donna Caterina Liotti, la docente universitaria Antonella Picchio e un rappresentante della direzione generale Impiego-Affari sociali della Commissione europea.
A livello internazionale il “gender budgeting” o “bilancio di genere”, nato in Australia negli anni Ottanta, si è diffuso con modalità diverse in Canada, in Sud Africa, in Gran Bretagna e in Spagna. Nel valutare come l’offerta di servizi pubblici sia adeguata ai bisogni di donne e uomini è necessario partire da un’analisi accurata della popolazione e dalla domanda potenziale, ma è necessario valutare anche quanto il sistema di tassazione sia neutro rispetto al genere, quanto la spesa sia indirizzata ad azioni volte a superare le disparità esistenti fra donne e uomini, quanto la composizione della spesa e le scelte che essa esprime siano in linea con le priorità espresse dai cittadini nei diversi settori del welfare, dell’istruzione, della formazione, del lavoro, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dell’ ambiente.