Questa sera alle 21,30 al Green Lion, nel palco allestito vicino al chiosco bar dentro al Parco Ferrari concerto, ad ingresso gratuito del ‘Claudio Messori Jazz Quartet’.
La formazione musicale è il frutto dell’incontro di quattro tra i più significativi musicisti italiani che propongono un repertorio imperniato sui classici del jazz moderno e che spazia dal bop di Parker e Davis al lirismo intimista di Bill Evans, dalla bossa nova di Jobim al modal-jazz di Coltrane.
Il leader del gruppo è Claudio Messori, sassofonista modenese dal suono potente ed inconfondibile, un vero fiume in piena sempre teso alla ricerca di nuove soluzioni timbriche e melodiche. Musicista di formazione classica, Messori, dopo aver fatto parte del Maggio Fiorentino, si è successivamente dedicato totalmente al jazz, alternando sapientemente l¹attività concertistica, che lo ha visto esibirsi con successo in tutta Italia, a quella didattica. Musicista completo ed eclettico, Claudio Messori è anche molto richiesto come turnista in campo discografico. Al pianoforte lo accompagna Gian Marco Gualandi, arrangiatore di fama nazionale che collabora da anni con la Rai ed altre prestigiose istituzioni e personalità musicali ed è considerato uno dei migliori compositori italiani per big-band e per orchestra ritmico-sinfonica. Questa sua predilezione per l’aspetto compositivo lo porta ad essere un pianista armonicamente e aritmicamente raffinato, attento nell’esaltare l’interplay tra i musicisti e pronto a mettere la sua tecnica a disposizione dell’insieme. Piacevolmente solido e incalzante è il contrabbasso di Enrico Lazzarini, raffinato strumentista che ama spaziare dal jazz al pop (è da anni contrabbassista legato ai più importanti nomi della musica italiana), alla musica di ricerca. Completa l’organico del quartetto il batterista Paolo Mozzoni, strumentista che può vantare collaborazioni con i più importanti musicisti italiani e stranieri. Vero motore pulsante del gruppo, Mozzoni possiede la dote di fare apparire semplici anche le divisioni ritmiche più complesse grazie alla sua perfetta padronanza del linguaggio jazzistico e all’innato senso dello swing.