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Confartigianato: il Durc partorisce una montagna di carta

La lotta all’abusivismo imprenditoriale, all’evasione fiscale e contributiva e al lavoro irregolare è una bandiera della Confartigianato che promuove periodiche campagna di sensibilizzazione e denuncia; Confartigianato combatte le pratiche illegali perché inquinano il mercato facendo concorrenza sleale alle imprese sane, tolgono risorse allo stato sottraendosi ai doveri contributivi, eludono la sicurezza sul lavoro, non garantiscono committenti e cittadini.

L’introduzione, due anni fa, del DURC – Documento Unico di Regolarità Contributiva – è stato quindi salutato positivamente da Confartigianato, quale strumento di semplificazione per le imprese e di contrasto al lavoro nero e irregolare; il DURC permette infatti di unificare le certificazioni che oggi sono effettuate separatamente dalle Case Edili, dall’Inps e dall’Inail.



Il 13 luglio il Ministero del Lavoro ha dettato le modalità di richiesta e di rilascio del certificato alle imprese che da oggi in poi sarebbero tenute a presentarlo sia per i lavori pubblici che per quelli privati, il condizionale è d’obbligo visto che il Ministero ha deciso di attribuire al DURC per i lavori privati una validità mensile, anziché trimestrale come proposto da associazioni imprenditoriali e sindacati. La conseguenza sarà una valanga di carta (si stimano almeno 4 o 5 milioni di certificati l’anno su scala nazionale) con pregiudizio della serietà della certificazione ed un ennesimo aggravio burocratico ed economico per le piccole imprese; alcuni professionisti chiedono già tra i 50 e i 70 euro per ogni DURC per i servizi di richiesta online nella sperimentazione attivata in 13 province.
Tra l’altro il rilascio di un certificato con frequenza sostanzialmente settimanale per le piccole imprese (che aprono spesso cantieri di tale durata), non permetterà di accertare la reale situazione dell’impresa anche perché per INPS e INAIL continua a valere il principio del silenzio/assenso, al quale è facilmente intuibile che gli istituti continueranno a fare ricorso, sottraendosi in tal modo alla responsabilità di dichiarare la effettiva situazione contributiva delle imprese.



Secondo il Presidente di Confartigianato-Federimprese Emilia-Romagna, Gianpaolo Palazzi, “ci si chiede che tipo di valore potrà avere una tale catena di montaggio di certificati a cui saranno costrette le case edili e le imprese, soprattutto quelle regolari, dal momento che quelle che lavorano in nero si guarderanno bene dal rispettare la nuova normativa, con buona pace degli obiettivi della legge. Lavoro nero ed evasione non si combattono con posizioni inquisitorie e con l’aumento della burocrazia ma con la sensibilizzazione del dovere civico di imprese e committenti, con il rafforzamento della vigilanza e di repressione delle pratiche scorrette.
Invocando il buon senso, come Confartigianato, chiediamo che la validità del DURC per i lavori privati sia elevata a tre mesi per dare modo alle piccole e piccolissime imprese di adempiere con tranquillità alla certificazione dell’assolvimento dei propri obblighi contributivi.

















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