Iniziano il primo rapporto sessuale più tardi, verso i 17 anni, anche se molte giovani ragazze ci arrivano già a 13 anni. E, in un’epoca dove i giovani e giovanissimi, vivono sempre di più la notte e gli
incontri sessuali si ‘consumano’ di più, soprattutto il sabato sera o il week end e in particolar modo d’estate, il rischio di rimanere incinte da un
rapporto non protetto s’innalza.
“Le adolescenti odierne sono consapevoli e
conoscono le varie forme contraccettive. Il problema è la ‘contraccezione estrema’”, ha detto la prof.ssa Vincenzina Bruni, ginecologa
dell’università di Firenze, in collegamento telefonico a Roma dove è stato presentato l’81mo congresso della Sigo (società italiana di ginecologia e
ostetricia) che da domani si svolgerà a Bologna insieme al 46.mo congresso dell’Aogoi (ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani).
“Dopo il sabato sera si sta manifestando un fenomeno: adolescenti, spesso accompagnate dal proprio ragazzo o dall’amica si recano al pronto soccorso ospedaliero per sumere la pillola del ‘giorno dopo’ al fine di evitare ogni rischio da rapporti sessuali non protetti”, ha aggiunto l’esperta ricordando che sono adolescenti al di sotto dei 18 anni d’età.
“La pillola del giorno dopo è un progestinoco, cioè un un ormone che cerca di impedire l’ovulazione ed ha più efficacia quanto prima si prende, entro le 24 ore. La pillola trasforma l’ambiente dell’utero e anche l’ovulo fecondato ha alte possibilità di non attecchire. Se si assume entro la giornata successiva al rapporto incauto, la possibilità di non rimanere incinte si aggira intorno all’85-90%, poi via via la probabilità di riuscita scema”, ha detto il prof. Pietro Di Donato che insieme al prof.
Domenico de Aloysio rappresentano i due presidenti della Sigo. “Non è la pillola abortiva che, invece, agisce contro il progesterone e quindi un
ovulo fecondato e attecchito viene espulso”.
Il fenomeno della pillola del giorno dopo sembra comunque non preoccupare più di tanto i ginecologi. “Accade, ma non sempre e non così
spesso. Sono pochi casi e su 90 adolescenti visitati in un anno soltanto 5 o 6 tornano una seconda volta per lo stesso problema”, ha concluso de Aloysio.
Alle nuove leve, le adolescenti d’oggi, serve una corretta informazione e formazione scolastica. “Non sempre i direttori scolastici e le asl consentono una corretta informazione sessuale nelle scuole. Certamente ciò avviene più al nord e al centro che al sud, spesso sono proprio le famiglie che non lo vogliono. Tra i banchi si parla più di droga che di sesso”, ha sottolineato Maria Antonietta Bianco, presidente della Federazione nazionale dei Collegi delle Ostetriche ricordando alle donne – soprattutto straniere e che non desiderano il figlio partorito – che possono rivolgersi ai consultori o direttamente agli ospedali.