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Influenza aviaria: se arriva la pandemia l’Italia è pronta

Si tratta, sicuramente, della più dibattuta emergenza alimentare degli ultimi mesi. Stiamo parlando dell’influenza aviaria, il tanto temuto “virus dei polli”, che ha già fatto un centinaio di vittime umane in Asia e che sta occupando le prime pagine dei giornali. Le notizie su una sua possibile diffusione a livello mondiale si susseguono: arriverà anche in Italia? Non arriverà? E se arriverà come potremo evitare il contagio di massa? La nostra carne di pollo è sicura? Di influenza dei polli si è discusso nella giornata inaugurale della seconda edizione di Sicura – la convention sulla sicurezza alimentare promossa da Modena Esposizioni, Aziende USL di Modena, Bologna e Parma, con il sostegno della Camera di Commercio di Modena.

A fare il punto sul temuto virus, per garantire un’informazione corretta ai consumatori, è stato Piergiuseppe Facelli del Ministero della Salute. “Perché l’uomo venga contagiato dall’influenza aviaria – ha spiegato Facelli – è necessario un contatto diretto con gli animali malati, una situazione che si verifica nel Sud Est asiatico e che riguarda gli allevatori di pollame. In Italia, invece, i polli provengono da allevamenti industriali controllati. Inoltre, non dobbiamo dimenticare un’altra importante variabile, che è il passaggio da uomo a uomo; e questo è un fattore che, comunque, deve ancora essere accertato con sicurezza”.


Rassicurano le parole di Facelli, che dimostrano quanto ci siano già, a priori, alcuni fattori-barriera che inibiscono il diffondersi della pandemia; tuttavia, se mai il virus dovesse giungere in Europa e riguardare, quindi, anche il nostro Paese, quali sono le misure che il Ministero della Salute ha adottato o intende adottare? “Tengo, comunque, a precisare – spiega ancora Facelli – al fine di tranquillizzare ulteriormente i consumatori, che il virus influenzale non è molto resistente; nelle carni macellate non dura che pochi giorni. Ecco perché, se mai qualche partita di volatili provenienti dall’Asia dovesse giungere da noi, nonostante i controlli, ciò riguarderebbe pollame trasportato in container e surgelato. E già le basse temperature sono fatali al virus. Se poi aggiungiamo che le carni si consumano cotte, ecco che sopraggiunge un altro fattore inibitorio.

La situazione italiana, comunque è sicura, grazie anche al divieto di importare pollame ed alimenti a composizione mista, a base di carne di pollo e uova, dall’Asia”. Non dobbiamo dimenticare, poi, che il Ministero della Salute ha ordinato ben 30 milioni di dosi di vaccino, nel caso l’influenza, in futuro, dovesse giungere fino a noi. Il vaccino verrà prodotto dalla casa farmaceutica, a cui è stato ordinato, nel momento in cui si dovessero verificare dei casi di influenza aviaria nell’uomo. L’antigene avrà le stesse caratteristiche del virus, che è estremamente variabile”.

















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