Una ‘sei giorni’ del tartufo. Penderà il via sabato 22 ottobre a Montefiorino, infatti, la 14ª edizione della sagra, una grande kermesse dedicata al prelibato e prezioso fungo sotterraneo che si celebra tra le valli dei torrenti Dolo e Dragone.
Un appuntamento da non perdere per i cultori di questo cibo così raro e anche costoso. Ma anche una festa popolare che segna la riscoperta delle tradizioni, della cultura e della storia della gente di montagna. E che l’anno scorso ha visto decollare il marchio di tutela, strumento per salvaguardare e valorizzare il prodotto di questa zona dell’Appennino e insieme garanzia di qualità per il consumatore.
La manifestazione è organizzata dalla Comunità montana Modena ovest in collaborazione con il Comune di Montefiorino, la Provincia di Modena, il Gal Antico Frignano e Appennino reggiano e l’associazione ‘Città del tartufo’. L’apertura dell’area espositiva del mercato del tartufo e dei prodotti tipici locali è prevista per le 11 di sabato 22 ottobre e già a mezzogiorno saranno in funzione gli stand gastronomici di piazza Europa. L’inaugurazione ufficiale della sagra è invece prevista per le 15,30 con esibizione nelle vie del paese della banda musicale. Per pranzo e cena nei ristoranti convenzionati si propone il menù ‘A tavola con il Re tartufo’ che, ad esempio, permette di gustare tagliolini, tagliatelle, tortelloni, omelette e sformati vari impreziositi dall’inconfondibile profumo del fungo sotterraneo per la cui ricerca nel modenese sono impegnate oltre 400 persone.
La sagra continuerà nelle giornate di domenica 23 ottobre, sabato 29 ottobre, domenica 30 e lunedì 31 ottobre, martedì 1 novembre. Domenica 23 ottobre sarà presentato anche il libro ‘Appennino modenese, terre da tartufo’, pubblicato a cura dell’assessorato provinciale all’Agricoltura e all’alimentazione. E’ da tempo che la Provincia è impegnata sulla promozione del tartufo. Già nel lontano 1989 fu predisposto un programma di sperimentazione e divulgazione che prevedeva in primo luogo l’approfondimento delle conoscenze scientifiche e una ricognizione sul territorio. E’ sulla base di questi studi che quello stesso anno presero avvio sei tartufaie sperimentali a cui nel 1997 ne seguirono altre tre all’interno del Parco di Santa Giulia di Monchio di Palagano