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Rapimento Onofri: dissequestrata auto di Alessi

E’ stata dissequestrata l’auto di Mario Alessi, il manovale siciliano che lavorò nel casale degli Onofri e che è indagato per concorso in sequestro di persona nell’ambito del rapimento di Tommaso, figlio di Paolo Onofri.


L’auto è stata restituita ieri sera ad Alessi, ha spiegato il suo legale Laura Ferraboschi, e adesso “stiamo aspettando la convocazione per le analisi dei campioni prelevati di cui si dà atto nel verbale”.
Nell’auto, infatti, i carabinieri del Ris avrebbero cercato tracce sia del piccolo Tommaso che del cane Tody, il meticcio della famiglia Onofri scomparso cinque giorni prima del rapimento e ritrovato alcuni giorni fa a venti chilometri da Casalbaroncolo.

Sarebbero almeno sei le persone
coinvolte nel rapimento del piccolo Tommaso: il primo è un siciliano sulla trentina, pregiudicato, identificato grazie a un’impronta digitale parziale, trovata dai carabinieri del Ris sullo scotch usato per immobilizzare Paolo Onofri la sera del sequestro. Una sola impronta, che il rapitore avrebbe lasciato sul nastro adesivo togliendosi un guanto per srotolarlo.



Proprio da quell’impronta l’attenzione degli investigatori è approdata al gruppo di persone sorvegliate in questi giorni. Dopo il pregiudicato c’è il complice, entrato con lui nel casale degli Onofri il 2 marzo. Poi una coppia, un uomo e una donna, forse legati alla criminalità organizzata, che potrebbero sapere qualcosa di importante sulla scomparsa di Tommy. Insieme a loro Mario Alessi, il manovale siciliano che lavorò nella cascina degli Onofri indagato per concorso in sequestro di persona, che si è dichiarato “estraneo ai fatti”. Gli investigatori, infine, starebbero cercando il mandante del rapimento, che non avrebbe partecipato materialmente all’azione.



Il nome del pregiudicato siciliano, che gli inquirenti conoscono, rimane blindato. Così come l’evoluzione delle indagini. Ieri mattina, però, il magistrato ha incontrato il colonnello Massimo Prisco, comandante della GdF di Parma. Un incontro fissato per pianificare degli accertamenti patrimoniali sui conti bancari del gruppo di persone sotto controllo, dopo che nei giorni scorsi erano stati già passati al setaccio i conti degli Onofri. A 27 giorni dalla scomparsa di Tommy, intanto, non c’è ancora nessuna richiesta di riscatto. Ma la presenza della Dda di Bologna lascia pensare che gli inquirenti ritengano tuttora che quello di Tommaso sia un sequestro a scopo di estorsione, o vi sia coinvolta la criminalità organizzata.

















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