Insiste sul progetto di riciclaggio di circa 70 milioni di dollari davanti ai Pm della Dda di Bologna, Pasquale Giuseppe Barbera, l’amico di Paolo Onofri, papa’ del piccolo Tommaso, indagato per favoreggiamento nell’inchiesta sul sequestro e l’uccisione del bambino trovato morto il 2 aprile scorso a Parma.
L’uomo, accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Paolo Mingori, e’ stato ascoltato per circa quattro ore dal Procuratore aggiunto di Bologna e coordinatore della Dda Silverio Piro e dal Pm di Parma Pietro Errede. Secondo quanto riferito
dall’avvocato Mingori, Barbera ha ribadito la vicenda del riciclaggio di circa 70 milioni di dollari gia’ raccontata agli investigatori nell’interrogatorio del 7 marzo, ma poi ritrattata due giorni piu’ tardi.
L’affare sarebbe stato orchestrato da alcuni ”slavi” che avrebbero contattato oltre a Barbera anche Mario Alessi, il manovale ora in carcere con l’accusa di essere uno dei due rapitori di Tommy e indiziato anche dell’uccisione del piccolo.
Il progetto – secondo quanto riferito da Barbera ai Pm – era quello di riciclare l’ingente somma in una banca tedesca di San Marino, con un profitto di circa il 2%.
Barbera aveva poi raccontato di aver accennato della vicenda a Onofri, raccontando pero’ che l’affare riguardava la vendita di un immobile proveniente da un fallimento all’estero. Onofri – secondo quanto riferito ancora dall’artigiano – era stato interpellato solo perche’, direttore di un ufficio postale, avrebbe potuto dare qualche consiglio sul tipo di investimento da fare con il guadagno. Negli interrogatori comunque Onofri ha sempre detto di non essere mai stato messo al corrente del merito della vicenda, ma di aver solo dato qualche generico consiglio all’amico.