Da mesi alla Grandi Salumifici Italiani (ex Unibon) di Modena, azienda che impiega circa 450 addetti tra produzione e area amministrativa, è in corso una trattativa per l’introduzione del triplo turno notturno nel reparto affettati.
La richiesta di introdurre un triplo turno notturno nel reparto affettati ha visto fin dall’inizio le OO.SS. e i lavoratori contrari ad introdurre
un regime di orari che prevedesse una prestazione su tre turni.
Le ragioni erano tutte di merito e in particolare facevano riferimento alla mancanza di vincoli produttivi, organizzativi ed economici che
giustificassero il lavoro notturno dei lavoratori per affettare salumi.
Nonostante ciò, a fronte di una richiesta del triplo turno legata a condizioni contingenti – commessa straordinaria di un importante cliente e trasferimento temporaneo di produzioni dallo stabilimento di Reggio Emilia – le OO.SS. e i lavoratori avevano accettato di ricercare una soluzione che prevedesse il triplo turno notturno a determinate condizioni.
OO.SS. e Azienda erano giunti ad una ipotesi d’accordo che prevedeva, per 15 settimane, un orario settimanale medio di 36 ore su tre turni, una
riduzione d’orario a carico azienda e 30 euro settimanale di indennità notturna.
A questo punto l’azienda ha ritenuto queste condizioni inaccettabili e con un comunicato ha annunciato l’intenzione di attivare unilateralmente un triplo turno senza accordo sindacale.
Questa decisione unilaterale, oltre ad essere ingiustificata dal punto di vista produttivo, è inaccettabile dal punto di vista sindacale essendo in
palese violazione dell’accordo integrativo aziendale del novembre 2002, che vincola l’azienda a modificare gli orari solo previo “… confronto e
accordo…”.
Non è comprensibile come una azienda, con la storia di relazioni sindacali come G.S.I., preferisca interrompere una trattativa che stava portando ad
un risultato utile alle esigenze produttive dell’azienda e che rispondeva ai bisogni dei lavoratori, preferendo una strada unilaterale, in violazione del contratto integrativo e in spregio della volontà dei lavoratori.
La risposta dei lavoratori è stata immediata approvando all’unanimità la decisione di richiedere: il ritiro dell’ordine di servizio unilaterale, la conferma di non attivare nessun turno senza accordo sindacale, il ripristino di corrette relazioni sindacali e del rispetto dell’accordo integrativo aziendale.
A sostegno di questi obiettivi le assemblee hanno deciso la sospensione della flessibilità edelle prestazioni straordinarie e un pacchetto di 16
ore di sciopero di cui 4 ore svolte il 12 giugno, altre 4 ore da svolgersi il 19 giugno con presidio davanti all’azienda (via Gherbella – Paganine di
Modena) e le rimanenti 8 da gestirsi in modo articolato.