Relativamente allo stato di agitazione dichiarato il 26 ottobre scorso con il blocco delle merci in uscita da tutti gli stabilimenti Sfir, attraverso assemblee permanenti di fronte ai cancelli, per protestare e manifestare contro l’irresponsabilità dell’azienda nei confronti dei lavoratori e dell’intero settore saccarifero, abbiamo ricevuto l’invito dalla stessa a cessare il blocco delle merci per permettere la fuoriuscita dello zucchero di proprietà dell’Agea.
Come è noto la mobilitazione dei lavoratori saccariferi si è resa indispensabile per richiamare l’azienda Sfir alle proprie responsabilità sottoscritte negli accordi sindacali e nei tavoli ministeriali che prevedevano la continuità produttiva delle stabilimento di Pontelagoscuro e la riconversione degli stabilimenti che hanno cessato l’attività.
Ora accade che la Sfir, con un comportamento inaccettabile, metta in discussione la continuità produttiva dello stabilimento saccarifero di Pontelagoscuro, rinunciando ad oltre 1.500 t pari al 20% del contingente di zucchero italiano, provocando l’impossibilità di procedere ai contratti di semina, alimentando reiteratamente una nuova situazione di grande incertezza. E’ in gioco di nuovo il settore a 6 mesi della riforma e sono in gioco i posti di lavoro.
L’azienda vanta e ribadisce una forte vocazione industriale, ma la realtà dimostra la grande voglia di far cassa e produrre lo zucchero oltre i confini dell’Europa Comunitaria con i rimborsi incassati dalla Comunità per l’abbandono del settore.
L’azienda afferma che ha particolarmente a cuore il futuro dei propri “collaboratori” ma intanto non ha presentato un progetto credibile di riconversione ad eccezione della raffineria di Foggia.
La convinzione è che l’azienda riversi come sempre una particolare attenzione ai propri interessi, che sono quelli di far quattrini a prescindere da tutto il resto, anche se si tratta di pochi spiccioli a spese del calcolo delle ferie dei lavoratori in CIGS.
Il sindacato e i lavoratori della Sfir sono persone responsabili e sanno perfettamente che il presidio dei cancelli limita il diritto dell’imprenditore a svolgere l’attività d’impresa, ma Sfir si chieda se è lecito calpestare la dignità delle persone e delle loro famiglie, tenendole per anni nell’incertezza, cancellando i loro posti di lavoro e rimettendo di nuovo in discussione la tenuta di un settore già fortemente ridimensionato e da poco riformato, solo per incassare il malloppo.
Il blocco delle merci, attraverso il presidio dei cancelli, andrà avanti fino a quando Sfir comunicherà la continuità produttiva di Pontelagoscuro e si renderà disponibile a contrarre i contratti di semina e fino a quando presenterà progetti credibili di riconversione di tutti i siti dimessi.
Per quanto riguarda lo zucchero di Agea è di diretta responsabilità di Sfir e pertanto non può essere imputato all’iniziativa sindacale il mancato rispetto degli accordi; del resto Sfir è la prima a non rispettarli, noi siamo sui cancelli, stiamo manifestando e scioperando proprio per questo
Nelle prossime ore, oltre a ribadire la nostre ragioni a livello istituzionale sino al Governo, incontreremo le prefetture per motivare la nostra posizione, denunciando l’atteggiamento di Sfir che si sta assumendo gravi responsabilità anche sul fronte della tensione sociale.
(Fai/Cisl S.Retini – Flai/Cgil A.Mattioli E.Ronconi – Uila/Uil T.Bocchi)