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Padri più presenti in famiglia? Vorrei ma non posso

Padri modenesi divisi tra la voglia di occuparsi maggiormente dei figli, rivendicando anche una maggiore presenza in famiglia, e il timore di, così facendo, squalificare se stessi nell’ambiente di lavoro ancora fortemente condizionato dagli stereotipi che vedono maternità e paternità più come un peso che come un valore. E’ quanto, in estrema sintesi, è emerso negli incontri che si sono tenuti presso il nido Villaggio Giardino nell’ambito del progetto comunitario “Care”.

Doveva essere l’occasione per riflettere sui ruoli all’interno della coppia e su quali azioni le comunità locali possono mettere in campo per favorire la conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare. Ne è emerso che per i padri è difficile far rispettare i propri diritti in materia di congedi parentali senza finire per essere etichettati come “non affidabili” dalla propria azienda. I neo padri chiedono anche più informazione a lavoratori e lavoratrici sulle possibilità offerte dalla legge 53/2000, così come di limitare le forme di lavoro flessibile che in realtà nascondono precariato e non tutelano il diritto ad astenersi dal lavoro per congedo.

All’amministrazione comunale chiedono di mantenere i servizi di welfare, ma anche di favorire le creazione di reti amicali tra genitori, favorendo, ad esempio, momenti di confronto con altre coppie. Secondo i genitori intervenuti, inoltre, favorire il percorso di indipendenza dei figli dalla famiglia è un altro passo importante verso quella che potrà essere un’equa distribuzione dei compiti nella famiglia che andranno a formarsi in futuro. “Ma il dato più sorprendente emerso- afferma l’assessore alle Pari opportunità del Comune di Modena, Simona Arletti – è che i padri auspicano, oltre un ricambio generazionale in politica, anche una maggiore presenza di donne nei posti di potere, fatto che, per loro stessa ammissione, porterebbe uno scatto in avanti nella maturità culturale del paese e nell’assunzione del lavoro di cura da parte degli uomini. Dunque, ha evidentemente ragione il presidente Giorgio Napolitano quando afferma che i tempi sono ormai maturi per una maggiore presenza delle donne nelle istituzioni”.

















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