Aspettando Godot, il testo che sconvolse, sbriciolò e rifondò il teatro del Novecento, viene proposto in versione integrale dalla Compagnia Laboratorio di Pontedera oggi e domani alle 21 al Teatro delle Passioni.
L’estrema fedeltà al testo garantisce tutte quelle sfumature che lo rendono unico: le pause, silenzi e ritorni inconcludenti, la possibilità che la Compagnia si è data di tradirlo lo rende curioso e affascinante. Silvia e Luisa Pasello, sorelle gemelle, dirette dal regista Roberto Bacci, vestono i panni di Vladimiro e Estragone, esprimendo, nella staticità di una scena in assenza di azioni, una complicità assoluta capace di sorpassare anche quell’incomunicabilità tra i due personaggi. La loro relazione si basa su un ritmo che affonda le proprie radici in qualcosa di impalpabile, perfetto quindi per un testo la cui grandiosa apertura interpretativa ne ha decretato il successo.
La sfida che la compagnia ingaggia con la scrittura di Beckett, a cent’anni dalla nascita, si colloca nel riconoscerne una precisione drammaturgica, e al tempo stesso nel valorizzare la totale assenza di sviluppo spazio/temporale che lo caratterizza come caratterizza un intero secolo: il Novecento. Le domande che affiorano con sottile ironia riguardano la condizione dell’attesa e l’identità di Godot, il protagonista scandalosamente assente, rivelando la condizione dell’uomo, l’incomunicabilità imperante, l’assenza di senso nelle proprie azioni proprio in un momento storico (quello degli anni 50 del Novecento) in cui l’epoca post atomica scalfiva le coscienze più sensibili.
