I gestori di bar, trattorie, ristoranti, self-service, pizzerie e osterie non sono più in grado di sopportare i continui aumenti delle commissioni che devono riconoscere alle società emettitrici di buoni pasto e pertanto giovedì 15 marzo, a Bologna come in tutta Italia, non accetteranno i buoni pasto per evidenziare l’insostenibilità del mercato dei ticket.
Casus belli di questa giornata nazionale di protesta degli esercenti indetta da Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi – Ascom, “No Ticket Day”, è una recente sentenza del Tar Lazio che, accogliendo il ricorso di una società emettitrice di buoni, ha in pratica annullato un decreto del Presidente del Consiglio di fine 2005 che aveva disciplinato l’attività di emissione dei buoni pasto mettendo ordine e correttezza nella gestione di questo particolare servizio.
Dopo tale sentenza:
• il rimborso dei buoni agli esercenti non sarà più a 45 giorni, ma potrà anche arrivare ad 8 mesi.
• Il pagamento della commissione alle società emettitrici si sta assestando oltre il 10% (e la commissione può essere aumentata unilateralmente dalle società emettitrici anche a seguito di una semplice telefonata, non essendo più obbligatoria la forma scritta).
Con questa terza edizione del “No Ticket Day” (le prime due si sono svolte nel 2003 e 2005) gli esercenti intendono segnalare all’opinione pubblica ed in particolare agli utilizzatori dei buoni pasto che questo servizio rischia di scomparire in assenza di una nuova legge che ristabilisca equità e trasparenza.
Mario Baviera, presidente del settore caffè bar di Ascom Fipe Bologna confida di ottenere la sospensiva della sentenza del Tar. “Contiamo inoltre – aggiunge Baviera – che venga emanata al più presto una norma di garanzia per la salvaguardia del valore nominale del buono pasto. Giovedì prossimo noi esercenti comunicheremo tutto questo alla nostra clientela, scusandoci per il disagio arrecato, con due locandine che riassumono le principali distorsioni che governano questo particolare servizio”.