Si chiama ‘Let’s screen’ il singolo, anche in versione video, scritto e realizzato da Carlo Fabbri e Vincenzo Cennamo, gastroenterolgi rispettivamente dell’Azienda USL di Bologna e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna, in collaborazione con Lucio Dalla.
Il video, co–prodotto dalle Aziende USL e Ospedaliero Universitaria di Bologna con Dreamed, nell’ambito della campagna di screening del tumore del colon retto, verrà presentato in anteprima da Lucio Dalla, Carlo Fabbri e Vincenzo Cennamo, domenica 11 marzo nello spazio condotto da Pippo Baudo a Domenica In, Rai 1.
Al video assieme a Lucio Dalla hanno partecipato molti personaggi di spicco del mondo dello spettacolo ma non solo, tra cui Marco Baldini, Alessandro Bergonzoni, Samuele Bersani, Luca Cordero di Montezemolo, Sabrina Ferilli, Fiorello, Enzo Iacchetti, Giovanni Minoli e Alberto Contri, Presidente della Fondazione Pubblicità Progresso.
Prevenire il tumore del colon-retto si può.
I risultati dello screening avviato nel 2004 nell’area metropolitana bolognese lo confermano: sono 135 i tumori scoperti e ben 855 gli adenomi (lesioni che precedono il cancro) tutti trattati.
Da maggio 2007 comincerà il secondo invio di lettere di invito alle 212.000 persone tra i 50 e i 69 anni residenti a Bologna e provincia a cui si rivolge lo screening.
Al primo giro di invito, fino ad oggi sono state 52275 le persone che hanno aderito alla campagna di screening, 3340 delle quali (oltre il 6%) sono risultate positive all’esame del sangue occulto nelle feci e sottoposte ad un colloquio per verificare la necessità di effettuare o meno la colonscopia. Tra le 2207 colonscopie eseguite, 135 sono risultati tumori e ben 853 gli adenomi (lesione che precedono il cancro). Il 91% di questi casi è stato trattato endoscopicamente per cui non è si è reso necessario un intervento chirurgico.
L’evoluzione dei tumori del colon-retto si può evitare, se vengono individuati per tempo e quindi “trattati” precocemente: è l’obiettivo della campagna di screening, che propone alla popolazione considerata più a rischio un esame, la ricerca del sangue occulto nelle feci, per individuare questi tumori e poi un percorso che prevede, per i casi di esiti positivi all’esame, indagini di accertamento e un supporto di informazioni e assistenza dedicate. Il tutto gratuito e con tempi di attesa ridotti.
L’invito contiene l’indicazione dei punti ai quali rivolgersi per ritirare il kit necessario ad eseguire il test, e le semplici istruzioni da seguire per prelevare il campione di feci su cui in laboratorio viene poi eseguita la ricerca del sangue occulto.
Gli esiti vengono comunicati per lettera, e in caso di positività la persona viene informata degli accertamenti ulteriori e “accompagnata” in tutte le fasi successive dagli specialisti che collaborano alla campagna di screening. Da precisare che i dati della letteratura scientifica parlano di un 4-5% di esiti positivi (cioè presenza di sangue occulto) e tra questi di un caso su tre di presenza di polipo o lesione tumorale.