E’ stato sottoscritto ieri un Protocollo d’Intesa tra Comune di Bologna e associazioni: Associazione CIF (Centro Italiano Femminile) rappresentata da
Anna Cacciari e Clara Maioli; Associazione Il Nido sull’Albero, rappresentata da Elisa Tardini; Associazione Il Nido, rappresentata da Rita
Bujatti, per l’attuazione della prima fase del progetto “Tata Bologna” .
Nel merito, l’assessora alla Scuola, Formazione e Politiche delle Differenze Maria Virgilio dichiara quanto segue.
“Questa fase prevede la realizzazione di tre percorsi di formazione di Baby Sitter, per bambini da 0 a 10 anni, che si terranno presso le sedi delle tre Associazioni firmatarie nel periodo da aprile a giugno 2007. Il
relativo periodo di tirocinio verrà svolto nei mesi di maggio e giugno presso strutture comunali o convenzionate.
Alla conclusione positiva del percorso formativo verrà rilasciato alle Baby Sitter un attestato di partecipazione.
Il Comune promuoverà una campagna informativa per mettere a disposizione dei cittadini l’elenco delle Baby Sitter che hanno superato il percorso formativo qualificato concordato.
Il Comune svolgerà anche opera di monitoraggio e verifica della sperimentazione, che valorizza esperienze già maturate nel terzo settore e
mira, dopo il primo vaglio, a coinvolgerne altre.
In una successiva fase – con ulteriore delibera di Giunta – verranno definiti i criteri e le condizioni perché i genitori con bambini da 0 a 3
anni che assumono, per più di 20 ore settimanali e con regolare contratto la Baby Sitter formata, possano usufruire di un eventuale contributo
correlato agli oneri previdenziali ed assicurativi sostenuti. Siamo liete di presentare questa iniziativa innovativa per la nostra città,
che riconosce la professionalità del lavoro di cura e consente di sostenere i nuclei familiari che non hanno potuto o voluto beneficiare del servizio
di asilo nido; offriamo loro un intervento aggiuntivo rispetto al sistema tradizionale, con l’obiettivo di superare le difficoltà di armonizzazione e conciliazione dei tempi per la cura dei figli con i tempi per il lavoro. La successiva fase consentirà anche di implementare e regolarizzare occupazione femminile”.