Mercoledì 11 aprile, alle 16,30, nella sala dello Zodiaco di palazzo Malvezzi (via Zamboni 13) verrà presentato il libro di Lorenza Servetti
‘Vado nella Merica – è lì di là dalle colline‘ su Budrio e la grande emigrazione (1880 – 1912).
Alla presentazione interverranno, oltre all’autrice, Alberto Preti, docente di Storia Contemporanea dell’Università di Bologna, l’assessore provinciale
all’Istruzione, formazione, lavoro Paolo Rebaudengo, il sindaco Carlo Castelli e l’assessore alla Scuola, servizi sociali, cultura Giovanna Mengoli, del Comune di Budrio.
Il volume di Lorenza Servetti, frutto di una ricerca durata tre anni, ricostruisce, attraverso l’esperienza di una piccola comunità, la vicenda
della grande emigrazione di fine Ottocento, che coinvolse milioni di italiani.
“Vado nella Merica: è lì di là dalle colline”: così comincia una delle prime memorie di emigranti raccolte, quella di Alma Forlani, che aveva
quattro anni quando nel 1898 lasciò Budrio con i genitori alla volta del Brasile Le testimonianze orali raccolte a Budrio e nei paesi di arrivo (Argentina e
Brasile), messe a confronto con le fonti inedite degli archivi parrocchiali, dell’anagrafe comunale, di archivi privati e di quelli della Questura e della Prefettura di Bologna, tratteggiano il quadro di una larga e insospettata emigrazione locale verso l’America del Sud – di cui si era quasi perduta la memoria – e permettono di ricostruire storie di vita di emigranti.
Il fenomeno sociale, prodotto dalla necessità di sfuggire la miseria e la disoccupazione, comincia nei primi anni successivi all’unificazione politica del paese e assume dimensioni di massa dal 1880. Per tutto
l’ultimo ventennio del secolo XIX e nel primo decennio del XX il tasso di emigrazione aumenta regolarmente ogni anno, fino a toccare il massimo nel 1913 (anno in cui gli emigrati sono oltre 872.000). Subisce un brusco calo in coincidenza con gli anni della prima guerra mondiale.
Negli ultimi anni del XIX secolo gli emigrati furono in media 150.000 all’anno per arrivare poi alle 300.000 unità tra il 1906 e il 1910 fino
alla punta di 880.000 persone nel 1913.
“Oggi l’importanza degli italiani nel mondo – osserva Paolo Rebaudengo – è riconosciuta anche dalla Costituzione che, con la istituzione della
circoscrizione estero, consente loro di eleggere direttamente rappresentanti nel Parlamento italiano, ed essere così soggetti attivi di
partecipazione politica nel ‘Sistema Italia’”.