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Simona Lembi lunedì ai funerali di Carlo Maria Badini

Sarà l’assessora alla Cultura Simona Lembi a rappresentare la Provincia di Bologna ai
funerali di Carlo Maria Badini, che si svolgeranno lunedì 23 aprile alle ore 11.00 nella Basilica di San Domenico, a Bologna.

La camera ardente, allestita nella sala Rossini dell’Accademia Filarmonica di Bologna, in via
Guerrazzi 13, resterà aperta domani e domenica dalle 10.00 alle 20.00.

Di seguito trasmettiamo l’intervento dell’assessora Lembi che ricorda la figura di Badini assessore provinciale per 13 anni, dal 1951 al 1964, e il
suo ruolo determinante per la nascita del Consorzio provinciale di lettura, prima, e del Servizio bibliotecario provinciale, poi.

“In un recente convegno a palazzo Malvezzi sui dieci anni di “Invito in Provincia”, Carlo Maria Badini, nonostante da tempo sapesse di essere
malato, era in prima fila. Non si rassegnava all’idea di non partecipare agli eventi culturali di questa provincia. In quella occasione, insistetti
molto sul valore di “Invito in Provincia” non come semplice cartellone di eventi organizzati insieme ai Comuni, ma come vera e propria Rete
culturale. Una rete, che non si fermava a costruire e promuovere eventi nei Comuni più grandi o più ricchi, ma che aveva lo scopo di diffondere
concerti, rappresentazioni e altro tanto nel Comune più lontano della montagna, quanto in quello più piccolo e periferico della pianura
bolognese.
Fu a quel punto che Carlo Maria Badini mi disse: ‘Lembi, ricorda: la rete culturale della Provincia è partita dalle biblioteche’. Ecco, voglio ricordare questo grande uomo di cultura proprio per questo aspetto, per il ruolo decisivo che ebbe, come assessore provinciale, nella nascita del Consorzio di pubblica lettura che nacque nel 1958 ed ebbe due presidenti:
Badini fino al 1974 e poi Luigi Arbizzani fino al 1986.
Fu una felice intuizione che avrebbe segnato poi la costruzione del Servizio bibliotecario provinciale e di quel modello cultura che anche oggi
siamo chiamati a gestire. Badini era convinto che occorresse promuovere la lettura su tutto il territorio senza lasciare questo compito alla sola
volontà (o capacità) dei Comuni. Occorreva costruire invece un vero e proprio sistema. Per questo quindi in rete i 58 Comuni allora collegati
alla Provincia e, primo in Italia, organizzò l’intero Servizio bibliotecario dotandolo di sedi, personale specializzato e un numero consistente di libri.
Alla base di questa intuizione stavano due convinzioni di Badini: la prima riguardava il valore della lettura, la seconda la necessità degli investimenti pubblici in cultura. Badini era convinto, infatti, che occorresse promuovere la lettura su tutto il territorio. Che questa fosse
la vocazione del luogo in cui era sorta la più antica Università dell’Occidente e che leggere avrebbe aiutato il Paese a crescere al pari di
altri investimenti.
Per Badini investire in cultura non poteva essere messo in concorrenza con la costruzione delle strade o degli asili nido o di altro ancora. Aveva
valore in sé. Investire in cultura equivaleva a promuovere un vero e proprio servizio sociale.
Oggi le biblioteche sono diventate 300 di cui circa 80 di pubblica lettura. Sono cambiate moltissimo in 60 anni di storia: hanno aumentato il loro patrimonio librario, promosso anche la fruizione di cd o dvd; hanno aumentato le sedi e il personale, si sono inventate rassegne di promozione alla lettura per bambini e per adulti, eppure, alla base, l’idea della rete è rimasta la stessa. Questo, lo si deve a tutti quegli uomini e a quelle donne che ogni giorno entrano in una biblioteca alla ricerca del sapere; alle bibliotecarie e ai bibliotecari che, nonostante le ristrettezze economiche degli Enti pubblici negli ultimi anni, fanno i salti mortali per
mantenere le biblioteche accoglienti e accessibili a molti; agli Enti locali che, nonostante tutto, continuano a investire sulle biblioteche.
Lo si deve, in modo particolare, anche a Carlo Maria Badini che, nel 1958, allora con i ‘calzoni corti’ come amava dire, scelse di mettere le
biblioteche in rete e di promuoverle tutte”.

















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